martedì 29 luglio 2008

Circle Of Life




Questo leone è stato allevato da piccolo da due australiani. Poi fu liberato da adulto in una riserva. Dopo un anno dalla separazione riconosce con incredibili manifestazioni di affetto i suoi amici che lo avevano curato e fatto crescere. Il video testimonia la convivenza prima e successivamente il commuovente incontro. Quello che più mi ha emozionata è stato vedere come riesca a trattenere la propria irruenza per non far del male alle persone. So di cosa si parla perchè in passato ero appassionata di cani di razza anche molto possenti fisicamente come gli AMERICAN STAFFORDSHIRE TERRIER e, anche se non sono certo paragonabili ad un leone, erano sempre molto "attenti" nelle loro manifestazioni di affetto...quando anche solo un loro morso potrebbe provocare una ferita di un centinaio di punti. Mi spaventano sempre più gli uomini che la natura, anche quella più selvaggia.
L'amore è più forte della ferocia.

domenica 27 luglio 2008

The promise to sacred tree





C’era una volta una bambina che abitava in una casa vicino al bosco.


Amava andare a giocare in quel bosco dietro casa e si rifugiava lì spesso
per non sentire i litigi dei suoi genitori.




Un pomeriggio si incamminò tardi, era quasi inverno e la notte scese presto e la sorprese prima che potesse riprendere la strada per tornare a casa.

Si guardò intorno e provò paura, cercò il sentiero ma non riuscì a scorgerlo, cercò le fate che gli indicassero la strada – dov’erano questi esseri magici in cui credeva e che potevano aiutarla? – cercò la luna per avere luce ma quella notte era troppo buia e senza luna.

Stava quasi per piangere ma poco dopo sentì una voce rassicurante che le disse di non temere e di appoggiarsi e riposare, cercò di capire da dove venisse e si accorse che era stato un grande albero lì vicino, una quercia immensa che la accolse nel suo tronco cavo e morbido odoroso di muschio.




La piccola allora si adagiò tranquilla e appena chiuse gli occhi udì l’albero che le diceva che non c’era motivo di avere paura, le disse che avrebbe potuto riposare tranquilla tutta la notte lontana dalla sua cameretta, le spiegò che “essere a casa” non significa avere un nome sulla cassetta della posta e un recapito sicuro ma trovare un luogo dove non sei giudicato per quello che dovresti essere o fare, un luogo dove metti al sicuro il tuo cuore, dove trovi silenzio, comprensione, tranquillità, amore e pace e serenità…, un non-luogo perché questa “casa” si trova ovunque e da nessuna parte allo stesso tempo.

La bambina non poteva capire quelle parole…era troppo piccola ma l’albero sapeva che un giorno avrebbe compreso. Le disse: ora riposa e la piccola si addormentò.

Dormì fino a quando non la svegliò l’alba leggera attraverso le fronde pesanti e chiese all’albero se poteva restare ancora ma la quercia le indicò presto la strada per tornare ma le disse anche che sarebbe potuta tornare ogni volta che voleva ma sapeva anche che un giorno non sarebbe più tornata perché sarebbe stata impegnata in tante altre faccende. ma le fece promettere una cosa molto importante.

Le disse che un giorno, lontano da lì avrebbe trovato quella “casa” dove sentirsi al sicuro come quella notte perché l’aveva letto nella sua anima, l’aveva letto nel suo cuore e le fece promettere che allora sarebbe tornata nel bosco per tagliare la pianta prima che lo facesse qualcun altro.

Le spiego: “potrai fare del mio legno una comoda panca dove andrai a riposare d’estate mentre stai al fresco della sera sotto il portico adagiata a guardare la luna”…se mi porterai con te quando avrai trovato quel lungo di amore, tranquillità e pace di cui ti parlai quella notte di tanti anni ricambierai la mia ospitalità.

Le fece giurare che l’avrebbe tenuto volentieri con sé… per sempre, così sarebbe restato vivo senza mai seccarsi perché lì avrebbe avuto la linfa, il segreto di vita eterna che conosceva ma che non aveva ancora mai provato.


La bimba giurò e si incamminò.

***

Starò ad aspettare l'abbraccio della luna stasera

sulla terrazza dietro casa...coperta di stracci,

una vestaglietta logora e scolorita che mi ha vestita

quando ancora non avevo forme di donna,

si trasformerà come me...

prenderà i miei profili nuovi ed il mio odore...

C'è luce dal cielo, le stelle e forse la luna.


Nel silenzio della notte i rumori lontani

e la musica della festa...mi aspettano sorrisi...

Per ora resto qua. Ai confini del bosco.

Se pregassi sarebbe un tempio sacro.

***

"He saw all things from a different angle. And so did I,

now that I was with him"

"Egli vedeva tutte queste cose con occhi diversi. E io pure,

adesso che ero con lui"


sabato 26 luglio 2008

El Templo Sagrado







Non voglio begli abiti stasera mi vesto di una vestaglietta fra le più logore...ormai quassù ho portato via tutti gli abiti...questa risale a prima che diventassi donna...è giusto indossarla nonostante sia scolorita...vecchia, con qualche ammaccatura perchè deve prendere anche lei forme nuove di donna, assomigliarmi per coprirmi meglio...mi siedo sul balcone dietro casa, c'è luce dal cielo, le stelle e forse la luna. Resto qua. se pregassi sarebbe un tempio sacro.




Nel silenzio della notte i rumori lontani e la musica della festa...
La volgarità è la mancanza di rispetto che abbiamo verso i nostri orifizi.





"LA VOLGARITA' NON E' SEGNO DI EMANCIPAZIONE: E' MANCANZA DI EDUCAZIONE E DI CULTURA"

La volgarità è un sintomo allarmante della profanazione della parola. Il quadro che ci sta dinanzi è senza dubbio preoccupante. Oggi imperversa, in troppi ambienti, un linguaggio sboccato, sguaiato, aggressivo, ostentatamente provocatorio, gratuitamente villano, insolente. Il fenomeno riguarda i giovani, ma anche gente con i capelli bianchi. Lo schermo televisivo ci aggredisce con cascate fragorose di sguaiataggini vomitate dalle bocche più diverse e insospettate. Perfino personaggi che, data la loro carica e il loro ruolo, dovrebbero fornire esempi di correttezza e senso della misura, si abbandonano a insulti, epiteti vergognosi, dileggi, ingiurie, attacchi parossistici contro nemici veri o presunti o anche semplicemente verso chi si macchia della colpa imperdonabile di non pensare come loro. Il discorrere pacato, l'argomento serio, il dibattito sereno delle idee e dei punti di vista, sembrano essere anticaglie sorpassate, cibi senza gusto e sapore. E allora si condiscono le frasi con le parolacce, le invettive, le contumelie, gli insulti sprezzanti, le battute velenose. Tra le virtù che sono sparite dal nostro linguaggio, con effetti che diventano sempre più antipatici, c'è senza dubbio la dolcezza. Precisiamo che la dolcezza non è sinonimo di sdolcinatura, che ne rappresenta la contraffazione. Al contrario la dolcezza è parente stretta della mitezza, entrata con tutti gli onori nel quadro delle beatitudini evangeliche, ed è una espressione di forza e presuppone la forza. La dolcezza è una forza dominata e controllata dalla ragione e dal buon senso. I violenti, i prepotenti, i villani, gli arroganti in realtà sono dei deboli, schiavi delle passioni. La dolcezza è qualche cosa di profondo, non di esteriore. Proviene da un animo pacificato, dall'essere in armonia prima di tutto con se stesso. La dolcezza è sostanza, non semplicemente forma, ornamento, anche se la forma ha la sua importanza, sempre che ci siano i contenuti. Resta il fatto che non c'è carità senza dolcezza, gentilezza, sensibilità, , finezza, garbo. Qualcuno ironizza "ROBA DA GALATEO".E se anche fosse? È stato un grave errore aver confinato il Galateo in soffitta, tra le ciabatte inutili. Aver sostituito le regole del Galateo con la volgarità è comportarsi come il gambero che cammina e nuota a ritroso. Le belle maniere, il rispetto, la gentilezza sono segno di civiltà e di educazione. A scuola si insegna l'educazione artistica, l'educazione stradale, l'educazione fisica, perfino l'educazione sessuale, ma si trascura l'educazione pura e semplice. E i risultati si notano in tutti gli ambienti. La maleducazione dilaga sotto gli occhi e le orecchie di tutti. Basta osservare certi comportamenti in strada, nei locali pubblici, in macchina. In autobus è più facile vedere un anziano signore cedere il posto ad una donna che un giovane.Dice Confucio: "SE RITENGO DI NON DOVER ONORARE CHI ENTRA, MI ALZO UGUALMENTE PER ONORARE ME STESSO." Chi non ha alcun rispetto per gli altri, dimostra di non aver rispetto per sé stesso. Non si è educati, gentili, rispettosi per farsi vedere dagli altri, ma per una esigenza della propria e altrui persona. E' una parola che oggi va di moda. Trasgredire significa comportarsi diversamente, a volte in modo del tutto contrario alle norme comuni, siano esse di carattere religioso, etico o sociale. È l'ostentazione di un falso spirito di indipendenza da tutto e da tutti. È mettere sé stesso al centro dell'universo, è ostentare una presunta superiorità su tutti. Questi giovani non si sono accorti che praticano il più scialbo conformismo. In ambienti dove la maleducazione, la volgarità sono ormai luoghi e comportamenti comuni, questi presunti trasgressori non fanno altro che appiattirsi, conformarsi, uniformarsi a mode sciocche e ridicole. Credono di essere originali e sono invece imitatori scialbi, noiosi di chi impone mode, comportamenti che sono antiestetici, antipatici e disgustosi. Ma c'è la libertà: nessuno può impedire ad un altro un comportamento sciocco. In una società in cui predomina la volgarità l'unica vera trasgressione che abbia valore di anticonformismo è il ripudio della volgarità e il ritorno ad un comportamento e ad un linguaggio dolce, mite, educato, rispettoso di sé stesso e degli altri.

giovedì 24 luglio 2008





le mani come radici penetrano dentro le viscere della terra




calda e accogliete e piena di umori

mercoledì 23 luglio 2008

assaggi di me

domenica 20 luglio 2008




SCHIUMA DELL'ANIMA










A un tratto precipita e
sull'onda di un pensiero
tutto ingoia
e alle labbra ruba
parole e vita.


In fondo, nascosto,
un fragile sentire
freme,
raspa emozioni.


Gonfia,
la schiuma dell'anima








A memoria esploriamo posti che già conosciamo




Amore ed Amicizia, quando sono vere, vere per entrambe le parti, sono come rocce; possono essere sepolte, nascoste, esposte alle intemperie o precipitare in qualche burrone, nascoste per sempre alla vista. Esse esistono a prescindere da ciò che accade fuori; dal sole, dall'acqua, dal vento e dal freddo, nonostante siano in interazione col resto. Certo, solo le più resistenti sopravvivono, ma quelle, almeno, saranno davvero rocce. Bellissime rocce levigate dalla vita, ma dure e preziose come il diamante.
la vera ricchezza

sabato 19 luglio 2008

E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.GIOVANNI, III, 19.

venerdì 18 luglio 2008

la favola vera della stella alpina

La stella di Edel*

C’era una volta un garzone che si trovava al servizio di una ricca famiglia. Samuele, così si chiamava, aveva sempre servito il padrone con amore ma, in tanti anni non era mai riuscito a conquistarne la gratitudine. Il vecchio era sempre arrogante con lui e, per mettere alla prova la sua pazienza, spesso gli riservava i lavori più faticosi, ma il giovane, ubbidiente, continuava a svolgere i suoi umili compiti senza mai opporsi. A volte, quando rimaneva da solo nella sua stanza, pregava Dio affinché facesse entrare un po’ d’amore nel cuore di quel povero insolente. Passarono gli anni ma le cose non cambiarono, anzi divennero ancora più difficili perché una grave carestia si abbatté su tutti i villaggi della regione. Il raccolto di quegli anni fu molto scarso, molte bestie morirono e la famiglia entrò in miseria. Samuele però, non si perdette d’animo: lavorando con più impegno riuscì a garantire un piatto di minestra e qualche sacco di farina alla povera famiglia che, così, fu in grado di sopravvivere. Il vecchio, allora, rinsavito, chiamò la giovane figlia di nome Speranza e il suo benefattore e disse loro:
“Vorrei che tu, figlia mia, fossi sempre felice come lo sei oggi, perciò ho pensato di darti in sposa a questo bravo e saggio giovane, il quale avrà cura di te come ha fatto finora e ti amerà per il resto della vita!”.
Così Samuele, che già aveva mostrato un debole per la ragazza, sposò la figlia dell’uomo che per anni era stato cattivo e ingiusto con lui.
La giovane non era mai triste ed il sorriso risplendeva sempre sulle sue belle labbra. Passarono gli anni, la casa dei due sposi conobbe la felicità però non fu allietata dalla nascita di alcun bambino. Speranza vedeva passare i giorni ma il desiderio di diventare madre restava sempre vivo in lei. Così, una notte d’estate, in preda ad una profonda malinconia, pianse.
Era la prima volta che le capitava nella sua vita. Pianse tanto da rivolgersi a Dio:
“Buon Dio!” Disse,
“tu che puoi tutto, dammi la gioia di un figlio!”.
Dio, che è tanto misericordioso, ascoltò la donna. Fu così che la vita dei due giovani fu allietata dal calore di una meravigliosa bambina. La gioia ritornò a fiorire in quella casa così come ritornò il sorriso di sempre sulle labbra di Speranza. Passarono gli anni, la bambina crebbe sana e forte e incominciò ad aiutare la madre nei lavori di casa. Era proprio un miracolo per i due giovani vedere la figlia crescere senza un malanno nonostante si fosse abbattuta sul villaggio una nuova epidemia. Le cose però erano destinate a peggiorare e ben presto anche Samuele si ammalò e dopo pochi giorni toccò la stessa sorte alla sua piccola bambina. Per Speranza furono i giorni più tristi della sua vita. Una sera d’inverno, la morte sotto le sembianze di un vecchio, si presentò in quella casa là dove la donna vegliava i suoi cari; prese la piccola tra le braccia e se la portò via. La mamma che si era appisolata per un attimo stanca delle lunghe veglie notturne, riaprendo gli occhi e non vedendo più la bambina, si precipitò fuori disperata, gridando a squarciagola nella fredda notte:
“Edel, mia dolce bambina dove sei?”
Allora Dio, così come aveva fatto con Samuele, volle mettere alla prova anche la moglie di costui. Si trasformò in un soffio di vento, poi disse alla giovane madre afflitta:
“Non disperare donna , se vuoi ritrovare tua figlia ti mostrerò la strada ma in cambio devi darmi qualcosa che ti lega a lei!”.
Speranza ebbe un attimo di esitazione poi, a malincuore, tirò fuori un fazzoletto su cui aveva pianto quella sera d’estate e glielo affidò dicendo:
“Ecco, questo è ciò che mi rimane della mia piccola figlia adorata!”.
In un attimo le lacrime custodite nel sottile lembo di stoffa, si tramutarono come per magia, in mille fiocchi di neve, la cui scia, al chiarore della luna, le indicò il sentiero da seguire. Camminò a lungo, fin quando arrivò nei pressi di un monte altissimo la cui vetta sembrava irraggiungibile. Stremata dalla lunga marcia la povera donna crollò a terra; solo allora udì nuovamente la voce del Signore e il vento parlò per Lui:
“Se vuoi rivedere tua figlia ti condurrò fin sulla vetta ma in cambio devi darmi ciò che ancora ti lega a lei!”.
La giovane, sfinita, alzò lo sguardo al cielo, poi disse all’insolita voce:
“Questo è quello che mi rimane…”
e gli mostrò l’ultimo sorriso della bambina impresso nei suoi occhi. A quelle parole, un turbine di vento si alzò impetuoso e la giovane si ritrovò in cima al monte, in mezzo alla neve gelida, ma non riuscì a vedere oltre perchè le nuvole le oscuravano la vista. A stento si trascinò dietro a un riparo e qui incominciò a piangere ma senza lacrime, ormai non le appartenevano più. Il vento, animato ancora una volta dal soffio divino, udendo quel debole lamento, tornò a farsi sentire con maggiore vigore:
“Se vuoi ritrovare tua figlia spazzerò le nuvole dal cielo, ma questa volta, devi darmi la cosa che per te ha maggior valore!”:
La donna allora, raccolte tutte le sue forze, senza esitare oltre, disse:
“Ti rendo il calore del mio cuore, lo stesso che le ho dato stringendola al petto quando era malata, questo è ciò che ho di più caro, ora non ho più nulla da offrirti!”.
Come per incanto a quelle parole, le nuvole svanirono, il vento placò la sua ira e apparve un meraviglioso giardino. In esso, molti bambini giocavano, ma nessuno di loro era felice come lei: la piccina dalle lunghe trecce d’oro. Dio, che è così misericordioso, a vedere tanto amore in quella povera donna sventurata, volle farle un dono che rimanesse scritto in eterno e che fosse un testamento d’amore per l’umanità intera: catturò un raggio di luna e le offrì il suo tepore per riscaldarla dal freddo della morte, poi, dopo aver risvegliato la bambina dal lungo sonno, la pose nelle braccia della madre. Il volto della donna si illuminò d’immenso vedendo la sua dolce creatura e due gocce luminose brillarono negli occhi della bambina. Allora Dio con un gesto che solo Lui può fare, afferrò quelle lacrime lucenti e le trasformò in due meravigliose stelle.
Ancora oggi, nelle notti d’estate e nelle fredde sere d’inverno, c’è una stella che brilla nel cielo a illuminare la via per gli uomini di fede: è la stella della speranza e, un’altra che aspetta d’essere colta dal suo tiepido raggio di luce, lassù, sui monti innevati del nord.

*(La vera storia della stella alpina)

Titanic Rose

".... in tutti i modi in cui una persona può essere salvata..."
23 il MANIPOLATORE: i suoi discorsi sembrano logici e coerenti, mentre i suoi modi, le sue azioni e il suo stile di vita no lo sono affatto

giovedì 17 luglio 2008

Niuna impresa, per minima che sia, può aver cominciamento e fine senza tre cose. Cioè senza potere, senza sapere, e senza, con amore, volere (Anonimo fiorentino del 1400).
una volta che ne avrai assaggiato il nettare non potrai più vivere senza









Chi ha bevuto una volta questo nettare, rimarrà assetato finché non ritornerà di nuovo alla fonte:






devi bere mecome fa un fiore con la rugiada,
DICONO Dicono che hai molte stradee tutte le stelle negli occhi,e quando scende il solemolte parole per chi ascolta,dicono che hai viaggi troppo lunghie una voce triste e solaree nessuna paura del buio e dell'oceanico risuonoè senz'anima diconoe tramanodicono che quando guardi lontanodiventi ventoe non hai più occhima non ti perdiper così pocoe quello che dicono lo stai ad ascoltarecome se fosse nientesorridi lungamente pensieri stranichi dice che sei partito ancoranon ha capito le andate, i ritorninon ha tempo per aspettarti,veleni dolci nelle dita.
Lettera ad un figlio
Se puoi vedere distrutto il lavoro di tuttta la tua vita
e senza dire una parola ricominciare,
se puoi perdere i guadagni di cento partite
senza un gesto e senza un sospiro di rammarico,
se puoi essere un amante perfetto
senza che l'amore ti renda pazzo,
se puoi essere forte senza cessare di essere tenero
e sentendoti odiato non odiare, pure lottando e difendendoti.
Se tu sai meditare, osservare, conoscere,
senza essere uno scettico o un demolitore,
sognare senza che il sogno diventi il tuo padrone,
pensare senza essere soltanto un pensatore,
se puoi essere sempre coraggioso e mai imprudente,
se tu sai essere buono e saggio
senza diventare nè moralista, nè pedante.
Se puoi incontrare il Trionfo e la Disfatta
e ricevere i due mentitori con fronte eguale,
se puoi conservare il tuo coraggio e il tuo sangue freddo
quando tutti lo perdono.
Allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria
saranno per sempre tuoi sommessi schiavi
e, ciò che vale meglio dei Re e della Gloria,
Tu sarai un uomo.
Rudyard Kipling

mercoledì 16 luglio 2008

Lettera ad un figlio
Se puoi vedere distrutto il lavoro di tuttta la tua vita
e senza dire una parola ricominciare,
se puoi perdere i guadagni di cento partite
senza un gesto e senza un sospiro di rammarico,
se puoi essere un amante perfetto
senza che l'amore ti renda pazzo,
se puoi essere forte senza cessare di essere tenero
e sentendoti odiato non odiare, pure lottando e difendendoti.
Se tu sai meditare, osservare, conoscere,
senza essere uno scettico o un demolitore,
sognare senza che il sogno diventi il tuo padrone,
pensare senza essere soltanto un pensatore,
se puoi essere sempre coraggioso e mai imprudente,
se tu sai essere buono e saggio
senza diventare nè moralista, nè pedante.
Se puoi incontrare il Trionfo e la Disfatta
e ricevere i due mentitori con fronte eguale,
se puoi conservare il tuo coraggio e il tuo sangue freddo
quando tutti lo perdono.
Allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria
saranno per sempre tuoi sommessi schiavi
e, ciò che vale meglio dei Re e della Gloria,
Tu sarai un uomo.
Rudyard Kipling

martedì 15 luglio 2008

il poeta latino Orazio diceva che se uno ha una pena nel cuore è inutile che parta per terre lontane, perchè quella pena viaggerà con lui.

lunedì 14 luglio 2008

"I've been searching for truth "

.

"Recita una preghiera quando l'ora è tarda
e domani seguirà un giorno diverso
pieno di incognite.

Recita con parole di pace
che rendano meno lunga
la notte anche se non vorrei
finisse mai.

Che il sonno non mi accolga
così potrò rivivere vecchie
sensazioni di abbandono.

La stanchezza del corpo alle volte
è necessaria perchè la mente
sia distaccata dagli eventi..per farli
vivere in modo meno traumatico.

In quei momenti senti tutta la
tua anima e solo quella a farti compagnia
nonostante le altre persone intorno...
e poi c'è la musica...che entra nella tua coscienza antica...
e poi ci sono i ricordi...quelli belli che fanno
un giardino dentro te pieno di angoli di
serenità e immagini soavi...quelli che quando
chiudi gli occhi colorano il buio ovunque
tu sia..."

Lucy

domenica 13 luglio 2008

Mi troverai sdraiata sulla roccia che guarda a sud...verso il sole...


Mi sfiorerai con la mente
mentre adagiata sulla roccia grande
ancora calda di sole
mi lascio possedere dal tuo pensiero.
Ti sdraierai al mio fianco
come leone stanco e dopo aver ripreso fiato dall'inizio
del tramonto fino alla fine
plasmerai le mie carni con le mani
che sanno di pane e di vento.
Ebbro disegnerai
linee sui seni e curve sul ventre morbido
e lo modellerai come fa il vento con le dune nel deserto.
Ripetutamente ti piegherai di piacere
sul fiore delle mie labbra che sanno di menta selvatica.
Ti guado impudica e respiro piacere non cercato.
-
Nuda ti accolgo e non è mai abbastanza.
ma attento a non fare il ruffiano, il lascivo, insomma "quello-che-sembra-ci-provi-con-tutte-le

venerdì 11 luglio 2008

Notte d'estate del 1837

-





Dalla terrazza sopra il mare

mi sono affacciata lasciandomi

alle spalle le luci per avvicinarmi

alla luna così timida ed all'inizio

del suo corso che scompariva

dietro la più piccola peturbazione

del cielo.

Sono vestita di capelli e di pelle odorosa di sole.

Mi fa compagnia la tua presenza

come la notte dopo il ballo

quando mi hai raggiunto sul ponte della nave

e mi hai chiesto come stavo

mentre il vento si portava via il mio foulard colorato

e ti saresti buttato nel buio pesto per riprenderlo.

Mi hai sussurrato qualcosa

ma fu più forte

il suono sordo della nave

nella notte.

Stasera quell'istante si è ripetuto

e l'ho percepito nel profumo del mare.

Mi sono fermata quassù

fra gli scogli ancora caldi

con le ginocchia aperte in direzione

del cielo per cavalcare

la luna e almeno per questa notte farti

sentire i movimenti dei miei

fianchi di donna-bambina.

- Era una notte d'estate del 1837

free pleasure

mercoledì 9 luglio 2008


Stanotte ho bisogno che trasformi


le mie smorfie di dolore
in gemiti ripetuti

di piacere che infrangono in silenzio
metallico della notte,

che il sudore che mi bagna
la camicia si unisca al tuo
dopo nostre infinite danze su

terrazze traboccanti di fiori...


Pulsa dolore ad ogni battito
di cuore.

Eppure viaggio su stelle
riunite in felicità e sogni sempre
più belli perchè
è dolore di ossa e carne e lascia dormire l'anima.
Questa volta.
Mi abbraccio, sento tutta la carne nuova
che mi dà energia.
Eppure il male non ha rispetto.

Che la sofferenza si trasformi
in sicurezza e pace.

Mi lascio riposare. Dolore.

martedì 8 luglio 2008

non aver paura di dirmi ki sei stato e ki avresti voluto essere...



non temere di sentirti estraneo fra tanta gente che non sente...



non vergognarti per non avere medaglie e diplomi da esporre nè per averli

e sapere che hai rinunciato alla tua vita per quelli



voglio sentire la tua anima salpare verso terre che solo pochi conoscono e

se lì mi troverai e mi saprai riconoscere ci sarò.



respirami. non aver paura. Viaggia, sperimenta, trovati...sii altrove.



sei solo all'inizio del percorso...ritrovati.



impara a viaggiare dalle nuvole e ad essere libero dal vento.

Sorpresa per un amico bravissimo musicista....




LINK



ps. non montarti la testa si sa che sei fotogenico!!!

The reason




A chi mi sta insegnando a non giudicare le azioni di qualcuno senza conoscerne le sue vere motivazioni ma anche a non farmi trarre in inganno da false apparenze e parole vuote e menzognere. Mi hai salvata. Grazie...infinitamente grazie.

lunedì 7 luglio 2008

Water breaths


Come le onde del mare col loro moto

perpetuo restituiscono ciò che prendono così Respiro torna a ridare ciò che ha preteso, lo restituisce accresciuto di aliti antichi.


Respiri profondi in anfratti umidi di roccia...


Angoli nascosti nella notte dove mi cerchi


e io divento materia fra le tue mani umide di piacere..


Niente è acqua, niente respira intorno al vuoto. Niente è me.


Lucy


"...e in me la notte entrava con la sua invasione possente..." (P.Neruda)

sabato 5 luglio 2008

Luxury Relax



...tra poco si parte...


giovedì 3 luglio 2008

Summer rain





Sulla strada per tornare a casa - quella che non ho mai percorso - c'è una villa abbandonata disabitata da molto tempo, oggi ho notato il parco intorno curatissimo traboccante di fiori e alberi. Non trovo senso per tanta decadenza unita allo sfarzo della natura.



Ho letto un segnale, un monito a fermarsi e ascoltarne il lento germogliare di semi prodigiosi.


Mentre tardavo mi ha colto il temporale; lenta nei movimenti ho cercato - d'impulso - riparo... pioveva così forte da fare male sulla faccia, sulla pelle del viso lavato dal trucco sfatto.


Pioggia calda poche volte sentita che si
univa a sudore e confondeva sulla schiena scendendo fin sui fianchi non più miei, sconosciuti, parte solo di un'immagine nuova riflessa in uno specchio diverso dal solito.


Pioggia violenta come amante quando non stai alle sue voglie improvvise; mi ha chiuso le palpebre e fatto sognare viaggi, luoghi dell'anima vissuti e che mi aspettano fedeli.


Allora mi sono fatta acqua con la pioggia fino a tornare alla sorgente e poi giù veloce lungo trasportata dal ruscello...fino alla cascata e poi sono tornata col ritmo lento fino al laghetto chiuso nel mio bosco magico.


La mia anima alita là fra le fronde umide ed odorose ed ha lasciato una sua parte che aspetta di ricongiungersi all'altra.

Chiudi gli occhi...senti l'odore di quelle sponde segrete agli altri.

Più piano...respira.