mercoledì 31 dicembre 2008

domenica 28 dicembre 2008

Solo una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire.
(Paulo Coelho)

venerdì 26 dicembre 2008





Come d'incanto..

"Un guerriero non si lascia spaventare

quando insegue

cio' di cui ha bisogno.

Senza amore,

egli non è nulla".
(P. Coelho)



"Il bacio del vero amore è la cosa più potente che esista al mondo..."



"Quando l'orologio rintoccherà Mezzanotte lei morirà.."


giovedì 25 dicembre 2008

White Christmas

You can dream about it OR you can make it happen.


mercoledì 24 dicembre 2008

La piccola fiammiferaia (l'altro finale)

La piccola fiammiferaia

Hans Christian Andersen



Faceva molto freddo, nevicava e calava la sera – l’ultima sera dell’anno, per l’appunto, la sera di San Silvestro. Nel freddo e l'oscurità, una povera bimbetta girava per le strade, a capo scoperto, a piedi nudi. Veramente, quand’era uscita di casa, aveva certe babbucce; ma a che le erano servite? Erano molto grandi, prima erano appartenute a sua madre, e così larghe e sgangherate, che la bimba le aveva perdute, traversando in fretta la via, per scansare due carrozze, che s’incrociavano con tanta furia… Una non s’era più trovata, e l’altra se l’era presa un monello, dicendo che ne avrebbe fatto una culla per il suo primo figliuolo.

E così la bambina camminava coi piccoli piedi nudi, fatti rossi e turchini dal freddo: aveva nel vecchio grembiule una quantità di fiammiferi, e ne teneva in mano un pacchetto. In tutta la giornata non era riuscita a venderne nemmeno uno; nessuno le aveva dato un soldo; aveva tanta fame, tanto freddo, e un visetto patito e sgomento, povera creaturina…. I fiocchi di neve le cadevano sui lunghi capelli biondi, sparsi in bei riccioli sul collo; ma essa non pensava davvero ai riccioli! Tutte le finestre scintillavano di lumi; per le strade si spandeva un buon odirino d’arrosto; era la vigilia del capo d’anno : a questo ella pensava.

Nell’angolo formato da due case, di cui una sporgeva innanzi sulla strada, sedette, abbandonandosi, rannicchiandosi tutta, tirandosi sotto le povere gambe. Il freddo la prendeva sempre più ma la bimba non osava ritornare a casa: riportava tutti i fiammiferi e nemmeno un soldino. Il babbo l’avrebbe certo picchiata; e del resto, forse, non faceva freddo anche a casa ? Abitavano proprio sotto il tetto, ed il vento ci soffiava tagliente, sebbene le fessure più larghe fossero turate, alla meglio, con paglia e stracci. Le sue manine erano quasi morte dal freddo. Ah, quanto bene le avrebbe fatto un piccolo fiammifero! Se si arrischiasse a cavarne uno dallo scatolino, ed a strofinarlo sul muro per riscaldarsi le dita… Ne cavò uno, e trracc ! Come scoppiettò, come bruciò! Mandò una fiamma calda e chiara come una piccola candela, quando ella la parò con la manina. Che strana luce! Pareva alla piccina d’essere seduta dinanzi ad una grande stufa di ferrro, con le borchie e il coperchio di ottone lucido: il fuoco ardeva così allegramente, e riscaldava così bene!… La piccina allungava giù le gambe, per riscaldare anche quelle… ma la fiamma si spense, la stufa scomparve , ed ella si ritrovò là seduta, con un pezzettino di fiammifero bruciato tra le mani.

Ne accese un altro: anche questo bruciò, rischiarò, e il muro, nel punto in cui batteva la luce, divenne trasparente come un velo. La bimba vide proprio dentro nella stanza, dove la tavola era apparecchiata con una bella tovaglia, d’una bianchezza abbagliante e con finissime porcellane; nel mezzo della tavola, l’oca arrostita fumava, tutta ripiena di mele cotte e di prugne. Il più bello poi fu che l’oca stessa balzò fuori dal piatto, e , col trinciante ed il forchettone oiantati nel dorso, si diede ad arrancare per la stanza, dirigendosi proprio verso la povera bambina… Ma il fiammifero si spense, e non vide più che il muro opaco e freddo.

La piccolina accese un terzo fiammifero. E si trovò sotto ad un magnifico albero, ancora più grande e meglio ornato di quello che aveva veduto, attaverso i vetri dell’uscio, nella casa del ricco negoziante, la sera di Natale. Migliaia di lumi scintillavano tra i verdi rami, e certe figure colorate, come quelle che si vedono esposte nelle vetrine dei negozi, guardavano la piccina. Ella tese le mani… e il fiammifero si spense. I lumicini di Natale volarono su in alto, sempre più in alto: ed ella si avvide allora ch’erano stelle lucenti. Una stella cadde, e segnò una lunga striscia di luce sul fondo del cielo.

- Qualcuno muore! – disse la piccola, perché la sua vecchia nonna (l’unica persona al mondo che l’avesse trattata amorevolmente – ma che purtroppo era morta), la sua vecchia nonna le aveva detto: - Quando una stella cade, un’anima sale in paradiso.

Strofinò contro il muro un altro fiammifero, che mandò un grande chiarore tutto intorno ed in quel chiarore la vecchia nonna apparve, tutta raggiante, e mite, e buona… - Oh, nonna! – gridò la piccolina: - Prendimi con te! So che tu sparisci, appena la fiammella si spegne, come sono spariti la bella stufa calda, l’arrosto fumante, ed il grande albero di Natale! –

Presto presto, accese tutti insieme i fiammiferi che ancora rimanevano nella scatolina: voleva trattenere la nonna. I fiammiferi diedero tanta luce che nemmeno di pieno giorno è così chiaro: la nonna non era mai stata così bella, così grande… Ella prese la bambina tra le sue braccia, ed insieme volarono su, verso lo Splendore e la Gioia, su, in alto, dove non c’è più fame, nè freddo, né angustia, - e giunsero presso Dio.

Ma nell’angolo tra le due case, allo spuntare della fredda alba, fu veduta la piccina, con le gotine rosse ed il sorriso sulle labbra, morta assiderata nell’ultima notte del vecchio anno. La prima alba dell’anno nuovo passò sopra il piccolo corpo, disteso là, con le scatole dei fiammiferi, di cui una era quasi tutta bruciata.

Ha cercato di scaldarsi… - dissero.

Ma nessuno seppe tutte le belle cose che la bimba aveva visto; nessuno seppe tra quanta luce era entrata, con la vecchia nonna, nella gioia dell'alba del Nuovo Anno.





La piccola fiammiferaia (il finale che vorrei)



La piccola fiammiferaia si perse fra gli incroci di strade sconosciute e illuminate a festa. In ogni casa un grande albero…gli addobbi fantasiosi…i doni per i bimbi, il profumo della zuppa e dei dolcetti in cucina, la musica leggera che teneva compagnia e il camino sempre acceso e colorato…come avrebbe voluto far parte di tutto ciò e non dover più soffrire…

Con quelle immagini nel cuore la piccola si addormentò e cominciò a nevicare. Le luci delle case si fecero sempre più fioche e scese un grande freddo.
Per la strada passò per caso una ragazza con il cappotto grigio e la sciarpa che copriva il volto fino agli occhi, i capelli chiari raccolti dietro le spalle e la pelle chiara. Camminava veloce per il freddo ed in mano aveva qualche pacco che aveva preso dopo il lavoro con delle cose per la cena e qualche altra spesa. Era il giorno della vigilia di Natale.
Si accorse della piccola accasciata all’angolo del marciapiede e si fermò. Si guardò intorno per accertarsi che non ci fosse qualcuno che accompagnava la bimba.
Si piegò e sentì che era ormai priva di sensi. Si tolse subito la sciarpa per farle caldo, le prese le manine e iniziò a scaldarle, sentì che respirava ancora. Chiamò subito aiuto così la raggiunse il suo compagno che l’aiutò a portare la piccola in casa al caldo e la fece riprendere. Così salvò la vita alla piccola che altrimenti non avrebbe potuto sopravvivere affamata ed infreddolita ad una notte così gelida.
Quell’anno il Natale offrì all’uomo un regalo speciale; correre in suo aiuto come non aveva potuto fare qualche tempo addietro quando per una disgrazia aveva perduto per sempre la loro figlia. Così anche se in passato non siamo riusciti a realizzare quanto volevamo e quanto era giusto… non bisogna mai disperare perché la vita può offrirci sempre la possibilità di realizzare qualcosa che per cui vale la pena lottare.
Quell’anno il Natale, inoltre, offrì alla giovane donna il dono più bello che si possa desiderare. Aiutare una persona allo stesso modo in cui passato qualcun altro ha fatto con noi. Perché ciascuno di noi almeno una volta nella vita è la Piccola fiammiferaia, i soli fiammiferi da soli poi si consumano e... se non passa un angelo a offrirci la sua mano ed il suo aiuto e non lo accettiamo… la favola rimarrebbe sempre la stessa...col suo triste finale.

(FINE)

venerdì 19 dicembre 2008

mercoledì 17 dicembre 2008

martedì 16 dicembre 2008

Segreti di Natale...

E’ un po’ che non mi sento con la mia tata. Nei giorni bui ho preferito lasciarla tranquilla. Ogni anno si rinnova la sofferenza. Però questo we l ‘ho pensata spesso. Stasera a cena fra le righe mia madre mi dice che per il mio onomastico (che mi sono proprio dimenticata a piè pari) la tata mi ha portato a casa una bella pianta (a casa nostra cioè a casa loro c’erano sempre tante piante). Me lo dici ora? Ho detto a mia mamma. La potevo chiamare per ringraziala. L’ha fatto apposta. Mi è montata la rabbia. Lo ha fatto perché ha paura che passi il Natale con lei invece che a casa. Io non so come fare. Questa cosa mi provoca un dolore enorme. Ho provato a mantenere la calma. Poi non ce l’ho più fatta. La pianta poi se l’è tenuta a casa lei perché è pesante e credo che l’abbia fatto per darmi un motivo per stare un po’ insieme. “perché ne sei gelosa?” perché?” ho sbottato. Finalmente ha ammesso…con un sorriso sciocco ma ha ammesso. Ha detto: “Ne è sempre stata un po’ – per non concedere troppo - gelosa. Come vorrei abbracciarti stasera tata….come vorrei asciugarti le lacrime che ti cadono quando ricordiamo i momenti belli. Perché non mi avete tenuto con voi sempre? Perché non mi avete cresciuto ogni giorno? Mi manca tanto quel periodo…i pomeriggi passati a fare merenda nell’orto, i lavori a maglia che non finivano mai. Le tue mani sempre occupate. Mi manca di dirti quanto ti voglio bene.. Sull’elenco del telefono ho controllato hai lasciato il nome del tato, mi si è stretto il cuore…lui in quel momento era vicino a me…era vicino a noi. Ancora devi dirmi la cosa che ti ha detto di me prima di lasciarci. E sapere che mi pensi sempre…mi dà gioia ma anche dolore…dolore per il tempo che passa. E che impiego per la maggior parte del tempo in azioni insignificanti. Che fra un mese ed un anno probabilmente nessuno ricorderà…Perdonami forse hai avuto poco tempo per insegnarmi a volermi bene e ad amare davvero come tu hai sempre fatto con me. Ciao tata. Ciao mamma vera. Per Natale io vorrei essere con te. Come faccio a dirtelo? Come ?

lunedì 15 dicembre 2008

domenica 14 dicembre 2008

La spesa del sabato...

La spesa del sabato

Una volta al mese coi tati andavamo a fare la spesa grossa…quella al supermercato. Era stato da poco aperto e io ero curiosa di visitarlo la prima volta, ancora piccola ma curiosa. Me lo immaginavo come pieno di cose buone e diverse e nuove. Erano i primi anni ottanta in cui la grande distribuzione anche nei piccoli centri cominciava a prendere spazio dei negozi al dettaglio. Il tato all’epoca lavorava ancora in fabbrica 8 alle volte anche 12 ore per fare un po’ di straordinari per pagare spese extra e metter via un po’ di soldi per quando sarebbero stati vecchi e magari ammalati. Gli dicevo che ci sarei sempre stata io ad aiutarli e loro mi ripetevano che lo stavo già facendo stando insieme a loro. Non capivo come visto che erano loro a farmi merenda, visto che erano loro a tenermi a casa loro…a portarmi a fare le passeggiate, a venirmi a trovare quando prendevo l’influenza e mi portavano i giornaletti da leggere, la frutta e anche tante coccole e sorrisi!!
Tato mi chiamava “pellaccia” e anche quando mi ammalavo mi rassicurava che sarei guarita presto e soprattutto la tata non si preoccupava come mia mamma che avrei dovuto perdere dei giorni di scuola. Per loro ero brava lo stesso.
Il sabato chiedevano ai miei se potevo andare con loro al supermarket. Io ne ero felicissima. Si faceva insieme alla tata una lunga lista…si chiedeva anche a lui se aveva in mente qualcosa che gli sarebbe piaciuto mangiare.
Era bello andare a fare spesa…era una piccola festa, mi hanno insegnato che il sabato anche il poter fare spesa con i soldi guadagnati con tanta fatica era cosa molto importante per la famiglia. Non si parlava mai di grandi progetti, di viaggi impossibili, di oggetti lussuosi…mi hanno insegnato che per portare avanti una famiglia bastano le cose che ci permettono di stare in buona salute. Una casetta accogliente per ripararsi, il cibo, l'acqua, le medicine se necessarie, abiti comodi e allegri e soprattutto tanto rispetto e amore. La casa dei tati (che loro dicevano essere anche mia) era più piccola della mia ma mi sono sempre trovata bene. Poi piccola non lo era affatto pensando alle case che fanno adesso!! Al primo piano oltre alla cucina piccola ci sono due stanze…una il salotto con la tv..l’altra col camino..l’ingresso piccolo con le scale che portavano al piano secondo. Il bagno grande e pieno di cose colorate e due camere. Una la loro camera. L’altra camera è sempre stata vuota se non quando mi fermavo io la notte. Potrei descrivere e ricordare l’odore di ogni stanza della casa. DI tutte senza sbagliare.
Un sabato al mese insomma venivano a prendermi con la macchina (la 127 bordeaux) e si partiva per la città. Mi emozionavo sempre un po’ ma rispetto allo stare con i miei loro avevano la capacità di farmi sentire al sicuro, non litigavano e se discutevano non alzava mai la voce…contro la tata e nemmeno contro di me!! Mai!! In compenso si rifaceva verso le altre persone e verso i santi ahah!!
Mi ricordo che era divertente fare la spesa, tato si metteva il cuore in pace…era paziente…io seguivo ogni acquisto, ho imparato molto dalla tata come donna…dal suo modo di amministrarsi anche se col tempo ho perduto quasi tutto!! Insieme alle altre cose mi prendevano sempre le patatine, gli yogurt e le bolle di sapone e se lo chiedevo anche un abitino nuovo per la Barbie.
Era bellissimo vedere la soddisfazione e la generosità con cui mi facevano sentire parte della famiglia. Purtroppo nei miei questa cosa non l ho mai notata. Arrivavano alle casse (i miei) sempre con un’espressione arrabbiata per il conto da pagare (un incubo!).
Con loro era diverso…ci divertivamo a fare il conto preventivo e si scommetteva a chi andava più vicino. Mi hanno insegnato che la tranquillità non sta nell’avere più soldi ma nel saperli gestire cioè nel rapporto che hai con loro e soprattutto nell’avere un lavoro che una volta al mese ti permetteva di avere così tante scorte. Compravamo la pasta, i biscotti, qualche surgelato, la carne, il riso…la cioccolata, il caffè…l’olio di semi e poi generi utili per il giardino etcc.etc…
La tata ha lavorato poco in fabbrica perché poi aveva problemi di salute. Lui non le ha mai dico mai fatto pesare la cosa e per quanto si è sempre dato da fare avrei potuto davvero essere loro figlia tutti i giorni e ce l’avremo fatta benissimo.
Lo so che da lassù tu mi ascolti e aiuti la mia mente nei ricordi e la mia mano a scrivere. Sono stati gli anni più importanti della mia formazione. Ciò che di buono io sono lo devo a voi, all’idea di famiglia che mi avete lasciato, alla felicità di tornare a casa con le borse della spesa e ridere come pazzi a mettere tutto a posto e poi dire: però stasera si mangiano i pomodori dell’orto!!!
Sapere che avevo voi alle spalle in un disastro di vita che trovano nell’altra casa mi ha aiutata a non impazzire, ad avere valori solidi, a pensare che forse era possibile anche per me…vi voglio bene.

(..."la tua presenza è sempre arrivo e mai partenza...")

sabato 13 dicembre 2008

Il prezzo

-



"Avevo sempre saputo che il vero amore è al di sopra di tutto e che sarebbe stato meglio morire, piuttosto che cessare di amare.
Ma pensavo che solo gli altri ne avessero il coraggio. In quel momento, invece, scoprivo di esserene capace anch'io. Anche se avesse dovuto significare partenza, solitudine, tristezza, l'amore valeva comunque ogni centesimo del suo prezzo".



"Paulho Coelho, Sulla Sponda del Fiume Piedra..."


mercoledì 10 dicembre 2008

Mad World




And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I'm dying
Are the best I've ever had

sabato 6 dicembre 2008

Sorrow Has a Human Heart



...Sempre insieme, eternamente divisi; finchè il sole sorgerà e tramonterà,
finchè ci saranno il giorno e la notte, per tutto il tempo che sarà loro
concesso di vivere...


Percorso (Inizio)


In un mio viaggio molto interessante (che più che altro è stato un viaggio interiore) ho forse per caso conosciuto delle persone speciali (soprattutto Luise) e che mi hanno aperto la mente ed il cuore verso orizzonti che probabilmente ho sempre avuto in me ma che da soli non è semplice sviluppare. Decodificare. Mi hanno anzitutto insegnato che per iniziare -ma anche portare avanti - un percorso è essenziale partire con due basi: la mancanza di Ego e la Umiltà. Anche arrivare a capire cosa significhino questi due elementi è cosa difficile e devo dire che per ora sto sviluppando questi due con molta difficoltà. La mancanza di Ego ci permette di valutare la realtà per quella che è e non incentrata sulle nostre convinzioni o le nostre paure e i nostri limiti. La Umiltà è essenzialmente la capacità di Ri-mettersi in discussione…che non è la mancanza di fiducia nelle proprie capacità ma la volontà di vedere se stessi e le altre persone sotto un’altra luce…ossia di rispettare le opinioni altrui…soprattutto di non sentirsi accusati o colpiti dai rilievi che gli altri ci muovono. Ciò è legato all’Ego strettamente perché spesso…se non sempre…le critiche che ci offendono e che vengono da altre persone sono in realtà delle cattive opinioni che noi stessi abbiamo di noi stessi…anche se rendersi conto di tutto ci è spesso difficile se non impossibile se prima non si è rafforzato il carattere e ciò può passare solo da un inizio di grande sofferenza. Leggete le vostre sofferenze proprio come la base di partenza per guarire.


In un mio viaggio molto interessante (che più che altro è stato un viaggio interiore) ho forse per caso conosciuto delle persone molto interessanti e che mi hanno aperto la mente ed il cuore verso orizzonti che probabilmente ho sempre avuto in me ma che

venerdì 5 dicembre 2008

...e saper raccontare ai nostri bambini quando è l'ora muta delle Fate...

«Possiamo tentare di seguire i manuali, di controllare il cuore, di avere una strategia di comportamento.
Ma sono tutte cose insignificanti: decide il cuore.
E quanto decide è ciò che conta. Lo abbiamo provato tutti nella vita.
In qualche momento tutti abbiamo esclamato fra le lacrime: "sto soffrendo per un amore per cui non vale la pena". Soffriamo perché pensiamo di dare più di quanto riceviamo. Soffriamo perché non riusciamo ad imporre le nostre regole.
Soffriamo inutilmente, perché il seme della nostra crescita sta proprio nell'amore.
Quanto più amiamo, tanto più siamo vicini all'esperienza spirituale.
I veri illuminati erano pieni di gioia, perché chi ama riesce a vincere il mondo, non ha paura di perdere nulla.
Il vero amore è un atto di totale abbandono».

[Paulo Coelho, Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto]





giovedì 4 dicembre 2008

Superarsi....

La mente è l'ostacolo tra te e la realtà, e a causa di questa barriera resti confinato in una cella oscura dove nn arriva mai luce, e dove nn potrà mai penetrare gioia alcuna. -OSHO-

mercoledì 3 dicembre 2008

Come il caprifoglio che s'attacca al nocciolo...

-

Una storia che ho avuto la fortuna di vedere rappresentata domenica sera in teatro...non ricordavo che fosse così bella...l'ho lasciata nei libri di liceo fra le pagine scritte in provenzale...






Isotta: "se potessimo vivere in un posto sciolti da obblighi e da doveri tu potresti amarmi?"


« Come accade al caprifoglio
che al nocciolo s'attacca:
quando vi si è intrecciato e avvolto
e tutt'attorno al tronco s'è messo,
assieme possono vivere a lungo;
ma poi quando si tenti di separarli,
subito muore il nocciolo
e insieme il caprifoglio.
" Amica, così ne è di noi:
non te senza me, non io senza te". »




La leggenda narra che i due giovani sono sepolti in Cornovaglia e dalla tomba di Tristano nasce un rovo che si reca sino al sepolcro di Isotta...

martedì 2 dicembre 2008

Sulla tua sponda...

On Your Shore

Sulla tua sponda (Enya)


Il senso di ogni nostra giornata risiede nel superamento di quei limiti che non ci permettono di essere sereni e felici. La vera felicità sta in questa ricerca e nel suo superamento. Una tranquilla resa è solo quiete momentanea e non è felicità ma sconfitta.




On Your Shore

Strange how my heart beats
To find myself upon your shore.
Strange how I still feel
My loss of comfort gone before.

Cool waves wash over
and drift away with dreams of youth
so time is stolen
I cannot hold you long enough.

And so this is where I should be now
Days and nights falling by
Days and nights falling by me.
I know of a dream I should be holding
days and nights falling by
Days and nights falling by me.

Soft blue horizons
reach far into my childhood days
as you are rising
to bring me my forgotten ways

Strange how I falter
to find I'm standing in deep water
Strange how my heart beats
to find I'm standing on your shore


Sulla tua sponda

Strano come il mio cuore batta
trovandomi sulla tua sponda.
Strano come ancora io senta
la perdita di conforto smarrita in precedenza.

Fredde onde passano sopra
e trascinano via i sogni di giovinezza
così il tempo è rubato
ed io non posso tenerti abbastanza a lungo.

E così questo è dove io dovrei essere ora
Giorni e notti cadono vicini
Giorni e notti cadono vicini a me.
Io so di un sogno che avrei dovuto tenere
Giorni e notti cadono vicini
Giorni e notti cadono vicini a me.

Soffici orizzonti blu
giungono nei giorni della mia infanzia
come tu stai sorgendo
a portarmi le mie strade dimenticate

Strano come io esiti
trovandomi nell'acqua profonda
Strano come il mio cuore batta
trovandomi sulla tua sponda

lunedì 1 dicembre 2008

domenica 30 novembre 2008

Chiedilo alle montagne...




Riuscire a fermarci e ritrovare noi stessi, dentro, dove c'è più silenzio, dove tutto scorre in modo molto più lento e tranquillo......abbiamo un'oasi dentro di noi, ma continuiamo a vagare nel deserto costruito della vita di oggi, con la frenesia del tempo che sembra dirci "Vai più forte, sii più veloce".......intanto diventiamo sempre più nervosi, irritabili, egoisti, e ci ammaliamo dentro.
Non ci rendiamo pienamente conto che sono sempre gli altri a dirci cosa dobbiamo fare e come lo dobbiamo fare, raramente siamo noi a decidere con la nostra vera, reale coscienza. E magari neanche ce ne accorgiamo, o forse ci sembra normale che sia così.
Questo tempo sembra non voler dare spazio alla nostra crescita spirituale interiore.

Sono sempre più convinta che TUTTE le nostre domande trovino una reale risposta solamente dentro noi stessi; quando è con l'Amore che impariamo a bussare al nostro cuore ci accorgiamo che questo è già aperto.
Mai smettere di cercare, mai dire "Ecco, ho trovato", perchè la strada, questa strada, non ha confini......se non siamo noi a metterli.
Anzi bisogna essere pronti ed aperti a cambiarla quando ci accorgiamo di averla presa e sbagliata. E prima di giudicare errate le direzioni degli altri dovremo con coraggio prima guarda davvero dentro di noi…senza paure e chiederci se forse la nostra direzione non sia da aggiustare. E forse più che di strada è giusto parlare di fiume…con tanti piccoli ruscelli e stagni…così voglio vedere alla mia vita…ad una specie di fluire…dove scorro insieme a tutto il resto…e dove però alle volte è giusto fermarsi un po’ costretti da vicende esterne o per riflettere su noi stessi per poi riprendere il flusso.

grazie a Sab che mi ha ispirato e soprattutto a Te da cui tutto ha avuto inizio per cambiare.




Il regalo più grande...La tua presenza è sempre arrivo e mai partenza...

"Io amo troppo la vita e anche se la morte verrà a cogliermi e portarmi via prima di te voglio che mi trovi viva e bella"



Voglio farti un regalo
Qualcosa di dolce
Qualcosa di raro
Non un comune regalo
Di quelli che hai perso
Mai aperto
O lasciato in treno
O mai accettato
Di quelli che apri e poi piangi
Che sei contenta e non fingi
In questo giorno di metà settembre
Ti dedicherò
Il regalo mio più grande

Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente
Perché tu mi hai protetto con la tua gelosia che anche
Che molto stanco il tuo sorriso non andava via
Devo partire però so nel cuore
La tua presenza è sempre arrivo
E mai partenza
Il regalo mio più grande
Il regalo mio più grande

Vorrei mi facessi un regalo
Un sogno inespresso
Donarmelo adesso
Di quelli che non so aprire
Di fronte ad altra gente
Perché il regalo più grande
È solo nostro per sempre

Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente
Perché tu mi hai protetto con la tua gelosia che anche
Che molto stanco il tuo sorriso non andava via
Devo partire però so nel cuore
La tua presenza è sempre arrivo
E mai…

E se arrivasse ora la fine
Che sia in un burrone
Non per volermi odiare
Solo per voler volare
E se ti nega tutto quest’estrema agonia
E se ti nega anche la vita respira la mia
E stavo attento a non amare prima di incontrarti
E confondevo la mia vita con quella degli altri
Non voglio farmi più del male adesso
L’amore amore

Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente
E poi
L’amore dato amore preso amore mai reso
Amore grande come il tempo che non si è arreso
Amore che mi parla coi tuoi occhi qui di fronte
Sei tu sei tu sei tu sei tu sei tu
Il regalo mio più grande

(Tiziano Ferro)

sabato 29 novembre 2008

L'Inizio per "guarire"

Nella calma del silenzio di una stanza
riparata della casa cerca il centro del
tuo respiro,
cerca di lasciare fuori ogni pensiero
a fai in modo di sentire soltanto
quello che ti dice la tua anima.



Lascia parlare la tua anima.
Solo quella, calmala e falla
parlare...ti rivelerà la giusta direzione...


Poi respira e senti dentro di te che hai tempo...



che hai tutto il tempo per capire cosa cerchi e cosa ti fa stare bene.


Troverai la strada per guarire.



Cerca di iniziare...da qualcosache ti permetta di fare un passo alla volta ma di andare avanti sempre.

Non aver paura della malattia,cavalcala,
prendila come la base di esperienza per ripartire,
in assenza di pressioni, in assenza di giudizi.

Poi però fai che il tuo cuore sia riempito da desideri e senti che

per realizzarli è necessario che tu guarisca.

Che tu guarisca davvero.

Cerca delle persone che ti sappiano aiutare oltre a te stesso.
Che ti rispettino e che sappiano consigliarti cure e medicamenti.
Tu sei la prima medicina di te stesso ma
da solo non puoi bastare a te stesso.

Lascia da parte l'orgoglio che sa solo di dolore e morte.

Piano piano ti aprirai alla vita,

piano piano la vita di regalerà dei doni meravigliosi.

Cerca di sentire che puoi meritarli.

Perdona e perdonati.



Grazie a Didi Sommariva conosciuta questa estate che mi ha rivelato cose finora sconosciute.

giovedì 27 novembre 2008

Everybody hurts

Come sono troppo brevi gli intervalli di tempo tra quando posso ritrovare me stessa e il mio centro e quelli dove devo fare finta di appartenere ad un mondo che sento sempre meno uguale a me...sentirsi estranea fra la terra e il cielo...



Love never dies

mercoledì 26 novembre 2008

La vertigine...

"L'ansia è la vertigine della libertà" Kierkegaard.



martedì 25 novembre 2008

Sono passati tre anni...










Sembrano fermate
le stagioni nel tuo giardino
ora che non ci sei più...
apro la fontanella ma
non scorre più acqua.

Eppure crescono ancora
alcune piante che hai curato
e mi ricordo che alcune
le abbiamo seminate insieme,
in estate ci sono anche i fiori
ma sono timidi quasi ad aspettare il
tuo ritorno prima di aprirsi al sole.



Non ti ho visto andare via, io in realtà

non lo credo ancora che te ne

sei potuto andare da solo senza

di noi così lontano, tu che da solo andavi

solo per i boschi ma lo sapevi
che a casa noi ti aspettavamo sempre
e senza ti te non si cenava.


Ma ho sentito che mentre te ne andavi
mi guardavi da lontano ed eri un pò triste
perchè mi avresti voluto vedere libera
e non chiusa in una stanza ferma.

Poi sei diventato presenza continua
quando ho bisogno di te
se ti penso e ti manifesti in tanti modi
per proteggermi.

Per non deluderti di me non ti ho mai detto che era un mondo
estraneo questo per me.

Ora però non posso mentirti e conosci tutti:sai dove mi trovo
ogni istante e se ti manco puoi vedermi,
io avvertire la tua presenza, anche se mi manca
la tua voce forte che mi chiama dall'orto
per portare in casa le verdure la domenica
mattina.

Cominicavi a stare male dopo estate
e non ci fu Natale per noi quell'anno.

Non ci fu. E non ce ne saranno nemmeno di altri a venire.

Resterà nel bosco il muschio che raccoglievamo
insieme e le bacche per gli addobbi
oppure qualcun altro li prenderà. Non noi.

Lo scorso inverno però aspettai l'anno successivo
ma solo quando sono tornata
dove controllavi i miei giochi di bambina fra le piante
ho capito. Ho capito cos'era successo. Ho capito che non c'era ritorno.

Ho preso nelle mani la terra e l'ho tretta e per la prima
volta odiata perchè ora eri quella terra e ti
ha portato via con sè togliendo ci l'unica certezza
che avevamo di farci compagnia. Questa vita, queste ore, questi giorni
che scivolano via veloci come le perline quando la trama si rompe.

Ero così piccola che mi ricordo appena
quando mi mandavi a prender l'acqua e poi
non ce la facevo a sollevarla, mi hai aiutato
in tante piccole infinite cose ma soprattutto
in quella più difficile: sapere che se avevo bisogno
tu c'eri, correvi...mentre io ti ho lasciato
scivolare via...e ora ti sento in quegli angoli
di terra dimenticati, dove mi raggiunge la tua voce
da lontano e la tua anima mi conforta, ancora.

Dove sei andato? dove sei ora? io non posso venire
a trovarti dove qualcuno ti ha adagiato perchè
mi sembreresti troppo solo là, troppo freddo fa là
ora che è scesa la prima neve. Troppo lunghe sono
le giornate senza le tue sigarette che ti nascondevamo
perchè ti facevano male. Troppo tutto.

Ti piaceva riempirmi le mani di frutta,
andavi anche a lavarla e volevi che la
mangiassi subito perchè faceva bene,
poi facevamo progetti per le prossime
semine, per come organizzare lo spazio
che restava, ascoltavi la mia opinione
anche se io non ne capivo niente...
Volevo dirti che ti aspetta la pergoletta di uva fragola
dove la sera dopo l'estate stavamo a parlare
tutti e tre fino a che non scendeva troppo la notte
con la sua umidità e mi volevi accompagnare sempre almeno
fino a metà strada...e dovevo prendere
le gambe per portami fino a casa
quando sapevo che la mia casa era solo la tua.

lunedì 24 novembre 2008

I just want you to know who I am...




And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now

And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight

And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

And you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
Yeah you bleed just to know you're alive

And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

I just want you to know who I am
I just want you to know who I am
I just want you to know who I am


Voglio che finalmente tu sappia chi sono davvero...



Rinuncerei all'eternità per toccarti
perchè so che tu mi senti in qualche modo
tu sei più vicina al paradiso di quel che io sia mai stato
e non voglio andare a casa ora
e tutto quello che posso assaporare è questo momento
e tutto ciò che posso respirare è la tua vita
perchè presto o tardi è finita
e io non voglio perderti questa notte

e io non voglio che il mondo mi veda
perchè non penso che la gente capirebbe
quando tutto è stato fatto per essere distrutto
io voglio solo che tu sappia chi sono

e tu non puoi combattere le lacrime che non stanno per arrivare
o il momento della verità nelle tue bugie
quando tutto sembra come nei film
si tu sanguini solo per capire che ancora sei vivo

e io non voglio che il mondo mi veda
perchè non penso che la gente capirebbe
quando tutto è stato fatto per essere distrutto
io voglio solo che tu sappia chi sono (x3)


io voglio solo che tu sappia chi sono
io voglio solo che tu sappia chi sono
io voglio solo che tu sappia chi sono

sabato 22 novembre 2008

Viola e io: la prima giornata insieme

Mi hanno portato Viola oggi dopo pranzo. Un batuffoletto stretto nel piumino e coperto dal cappellino di pile dato che oggi è freddo. Viola ha 3 anni e mezzo e resta con me fino a domani pomeriggio. Sua mamma - una mia ex collega - lunedì ha un piccolo intervento a Milano ed è dovuta partire già ieri sera. Viola era da sola visto che anche a casa hanno altre difficoltà. L'hanno lasciata a me volentieri perchè la piccola già mi conosce e c'è simpatia. Con me è tranquilla, non piange, mangia e fa la nanna tranquillamente. Peccato sia capitata in un momento per me assai pieno di lavoro ed altre furie. Starci per questo tempo - che comunque è poco mi serve per ridimensionare tanti aspetti di me che altrimenti prendono il sopravvento!! I suoi mi hanno lasciato il necessario per un giorno e mezzo per una bimba di 3 anni e mezzo e mi sono stupita di quate cose siano necessarie e diverse rispetto a noi adulti.
I suoi genitori sono anche molto poco consumisti e se trovano qualcosa per la bimba a buon prezzo approfittano. Viola è arrivata da me col suo passeggino munito di copertina trapuntata e idrorepellente, col suo bambolotto di plastica rigorosamente denudato da qualsiasi abito nonostante la stagione fredda (ahaha)…con la sua scorta di pappe e succhini di frutta. Oltre a questo mi hanno lasciato i cambi per Viola e i suoi prodotti per lavarsi, le salviette imbevute che posso portarmi anche in giro etc…(una borsa enorme!!!) Viola è una piccola stupenda e buonissima ma fa un po’ di capricci per la pappa per cui non mangia proprio tutto e alcune cose le fanno male per cui devo stare attenta. Oggi pomeriggio ha fatto un riposino ( si è addormentata nel passeggino). Quando si è svegliata trovandosi da sola come me temevo che cercasse la mamma e piangesse e invece è stata un tesoro.
Poi ero da sola e siamo andate a fare spesa perché avevo il frigo completamente vuoto…dovrò mangiare pure io no?! Siamo uscite quanto ancora c’era un po’ di sole per andare al Pam vicino casa. Lei nel passeggino…io dietro…e ho notato quanto sia diverso quando esco da sola. Oggi ho scelto la strada con meno traffico e il momento meno freddo (di solito da sola esco più tardi!!). Poi mi ha chiamato un’amica per andare a fare aperitivo ma ho detto che non potevo…le ho spiegato che avevo la bimba e mi fa: “mollala a tua mamma no?” e io:”no no Viola l’hanno data a me e resta con me almeno stasera e domattina!!” . Nel supermercato temevo il peggio perché oggi essendo sabato c’è più confusione. Siamo entrate col passeggino ripiegabile. Ho preso il carrello (ho ripiegato il passeggino – che fatica!!!) e ho messo viola sul carrello perché si diverte da morire…rideva come una pazza. Le ho detto che se si sporgeva tornava subito nel passeggino e per addolcire la cosa le ho dato un bacetto. E’ stata buonissima per tutto il tempo della spesa e si divertiva a guardare con me le scadenze ed i prodotti. Solo nel banco frigo non voleva stare perché c’era freddo…infatti ho rimesso cappellino e sciarpetta. Poi in fila alla cassa l’ho presa in braccio perché la vedevo stanca e mentre riempivo le borse e pagavo l’ho riadagiata nel passeggino. Ho trovato un signore gentilissimo che mi ha aiutato ad aprire il passeggino di nuovo mentre Viola piangeva perché…aveva visto le mollettine di Hello Kitty (piacciono anche a me!!!) per cui l’ho accontentata…due mollettine rosa per lei e una pinza per capelli per me rigorosamente rosa. Abbiamo pagato…mentre Viola mi reggeva il bancomat (mi fido di lei…)…ho rimesso a posto il carrello e poi…ci siamo incamminate di nuovo verso casa. Siamo state brave…abbiamo riempito tre borse di cui una ecologica. In più avevo la mia borsa…colma delle cosine di Viola…acqua, biberon con camomilla e salviette…al primo starnuto…mi sono sentita in colpa per averla portata nel negozio ma ho pensato che si deve temprare (non come hanno fatto con me). Mentre facevamo la strada di casa…lei nel passeggino silenziosa…e tranquilla…io con le borse…una nel contenitore del passeggino e due per me ahahah ha iniziato a cantare. Che bella!! "Cosa canti Viola?!!" Mi pareva Tiziano Ferro così mi sono messa a cantare e lei cercava di seguirmi. Arrivata a casa non trovavo le chiavi perse in mezzo a mille cose diverse…Viola era preoccupata…capiscono tutto i piccoli…è incredibile…l’ho rassicurata…e si è messa calma di nuovo.
Ora siamo a casa… E se questo pc non mi facesse tutte queste storie le farei vedere anche dei pupazzi allo schermo…mentre stavo provando ad accenderlo e rispenderlo si è addormentata nel lettone sotto la copertina…stanotte dorme con me perché da sola ha paura…devo stare attenta che non cada dal letto e anche a non schiacciarla. Sono felice che sia qua con me....vuole stare spesso in braccio ed ha bisogno di rassicurazione abbracci e bacetti sulla fronte. Vieme spesso a cercare i capelli e la pelle e le piace riposare con le testolina sul seno perchè credo che voglia sentirsi accettata...In cambio mi regala dei sorrisi bellissimi e dei disegni colorati e molto belli per l'età che ha!!
Tra poco le preparo la pappa e poi stasera guardiamo un film insieme al calduccio. Dopo favoletta e nanna.

domenica 16 novembre 2008

"Mamma, io ti prometto che quando sarò grande e lavorerò, ti porterò sempre con me, e se non ti faranno entranre, farò un altro lavoro!"

sabato 15 novembre 2008

“Non c’è ostacolo che l’amore non superi, malattia che non guarisca, porta che non apra. Non c’è vuoto che non colmi, muro che non abbatta, colpa che non perdoni. Non importa quanto grave sia il problema, quanto disperata la situazione, quanto intricato il groviglio, quanto grande l’errore commesso: l’amore risolve ogni cosa. Se riusciremo ad amare completamente, saremo liberi e forti.”

sabato 8 novembre 2008

L'arte dell'equilibrio...

E’ difficile vivere in uno stato di abbandono perché è sempre stato condannato come se fosse fannullaggine; va contro la società maniaca del lavoro.
Lasciarsi andare significa invece vivere nel modo più naturale e sano. Non insegui più il denaro come un pazzo, non continui a lavorare freneticamente. Lavori solo in funzione dei tuoi bisogni materiali essenziali. Ma esistono anche i beni spirituali. Così come il lavoro è necessario ai bisogni materiali, il lasciarsi andare è essenziale per i bisogni spirituali.
Abbandonarsi è una delle dimensioni più ineffabili: esisti semplicemente, senza far nulla, seduto in silenzio…e l’erba cresce da sola…Godi il canto degli uccelli, il verde del fogliame degli alberi, i colori e le forme multiformi dei fiori. Per sperimentare l’esistenza non devi fare nulla: devi smettere di fare.
Devi essere in uno spazio del tutto libero da occupazioni concrete e mentali, libero da tensioni e preoccupazioni. E’ in questo stato che entri in sintonia con la musica che ci circonda tutti. All’improvviso diventi consapevole della bellezza del sole.
E ci sono milioni di persone che non hanno mai goduto un tramonto, che non hanno mai goduto un’alba.
Lavorano e producono in continuazione non tanto per loro stessi ma per gli astuti interessi della società che esige che tu sia schiavo dei suoi interessi, di coloro che sono al potere, di coloro che sono in grado di manipolare gli esseri umani. Ovviamente quelle persone ti insegnano fin da piccolo che il lavoro è qualcosa di grande, è nel loro interesse. E il condizionamento è sceso tanto in profondità che tu stesso non conosci più la ragione per cui non riesci più a rilassarti.
Perfino durante le vacanze, la gente continua a fare una cosa o l’altra. Non riesce a godersi una vacanza, il semplicissimo rilassarsi su una spiaggia, il piacere dell’Oceano, della semplice aria fresca.
Deve fare qualcosa, deve andare da qualche parte. La gente ha completamente dimenticato il linguaggio del rilassamento. E’ stata spinta a dimenticarsene. I bambini nascono con la qualità dell’abbandono implicita e intuitiva. Sono assolutamente rilassati. Ecco perché sono così belli. Hanno una grazia, una vitalità ed una bellezza incredibili. E questi cresceranno e perderanno proprio grazie alla società tutta la loro grazia e bellezza. E’ molto difficile trovare un adulto che abbia la stessa grazia e la stessa vitalità.
Se riesci a trovarne uno che abbia la stessa capacità di rilassamento di un bambino hai trovato un saggio.
Ecco come abbiamo definito il saggio in Oriente: “colui che ha conseguito di nuovo la propria infanzia”.

Da “L’Arte dell’Equilibrio” di Osho

venerdì 7 novembre 2008

e ciò che dice lui...l'ho ascoltato...

Io semplicemente...adoro il suo modo di cantare....lo A.D.O.R.O







Le cose che possiedi, finiscono col possederti. Tyler Durden, Fight Club

martedì 28 ottobre 2008

Per te...

...te la dedico con tutto il mio cuore. E' un mese che lottiamo insieme e da domani si riparte. Continuiamo ancora, permettimi di starti vicina, senza forzarti, solo aiutandoti come più ti fa piacere. Ti stimo con tutto il cuore. Sei una persona speciale. Ti voglio bene Virginia. Se stiamo unite e ci crediamo le cose andranno come si desidera.



domenica 26 ottobre 2008

L'ipocrisia è autoglorificante



Quest'immagine di un uomo di 75 anni che si è fatto imbalsamare il viso...mi altera un pò la grafica del blog che di solito ha immagini rilassanti....
però ieri sera ero ad una festa e mi è capitato di parlare con un ragazzo della mia età che ha sempre votato destra. So che con lui non posso parlare di politica sennò andiamo a litigare e non è un'attività che mi piaccia molto...anche perchè porta solo a guai ed a nient'altro. Ieri sera di sua spontanea volontà mi ha parlato di politica e io zitta. Ad un certo punto mi fa: "il panorama non è dei più confortanti. La destra è in malafede e agisce con cattiveria, la sinistra non è in malafede ma è inetta". MI ha detto che continua a preferire la destra. Io no!!!! e sentire questa riflessione da un uomo di destra mi ha reso ancora più sicura di quanto chi ci governa ci poterterà ad anni di dolori e guai. Ma non mi spaventano queste cose, la recessione, la povertà verso la quale ci stanno facendo scivolare....quello che fa paura a me è la ipocrisia di chi si autoglorifica mentre ti porta alla distruzione...mentre toglie libertà...quella si che mi spaventa....

sabato 25 ottobre 2008

mercoledì 22 ottobre 2008

Il tuo odore...



...negli angoli di casa dove ti nascondevi è rimasto e lo sento ancora. Ogni giorno quando trovo per la strada un cucciolo penso a te. A quest'ora cominciavi ad aspettare il mio ritorno a casa perchè vedevi farsi buio e ogni sera avevi una carezza speciale. Tu per me e io per te. E se avevo fretta mi guardavi con l'occhio un pò storto che cerco in ogni altro animale. Non ne posso parlare di te perchè ci sono dolori piu grandi ma sei sempre presente e non servirebbe un altro cane che ti sostituisca. Non sei stato il mio primo cucciolo ma sei stato quello che ho amato più di tutti. Ti piaceva l'autunno perchè potevi stare più con me, in una casa chiusa alle coccole ed all'amore per te mi ero ritagliata un piccolo spazio. Avrei dovuto lasciarmi tutto alle spalle quel giorno che abbiamo fatto insieme quel lungo viaggio ma ti era venuta fame ricordi Flipper? e io non avevo soldi nemmeno per comprati un panino quella sera e abbiamo diviso una focaccina in due. Su una panchina della stazione, ti pareva di essere nel posto più straodinario del mondo perchè eravamo ancora insieme. Per favore cerca di trovare un posticino in cui non hai freddo stasera e nei prossimi mesi. Promettimelo. Ciao tato.

martedì 21 ottobre 2008

La seconda giornata di corso

Domenica è stata la seconda giornata del corso...sono rimasta entusiasta per le cose imparate e tutto ciò che sono stati capaci di trasmettermi. Devo fare ordine in tutto il materiale e mettere in cornice il diploma!! Proprio io che le cornici ed i diplomi li ho sempre mal sopportati!!!


Nonostante nel we avessi promesso di stare attenta alla dieta al corso abbiamo mangiato del cibo buonissimo e nonostante fosse leggero ho messo su quasi un kilo (mi devo mettere a dieta in tutti i modi!!). Il meù: farro con verdure, verdure miste con tonno, ceci con una salsina verde (il primo giorno) - riso basmati con vedure e frutti di mare, insalata di tonno, cous cous di verdure (il secondo giorno) e dolci squisiti portati da noi del corso (io ho contribuito con dei dolcetti di mirtilli e un dolce al doppio yogurt (mi era venuto bene ma non avevo contenitore giusto ed i bordi erano sciupati!! sigh)
La musica che ha contraddistinto la giornata di domanica è stata questa...che mi ha accompagnato dalla mattina presto fino a sera come velluto che ti scivola sulla pelle nuda e ti conforta:




La gioia di questo fine settimana (come il corso) e la soddisfazione di riuscire a fare queste piccole grandi cose che in passato non ho fatto per paura di essere giudicata male è stata portata via da un grande dolore per la scomparsa di un caro ragazzo di 33 anni: Alessio.
Ancora con il gelo nel cuore e incredula...spero di riuscire a scrivere qualcosa per lui, per ricordarlo, per farmi nel mio piccolo perdonare perchè tutti potevamo...se da qualche parte mi può ascoltare ancora, se può sentire quello che ho da dirgli, perchè io ho capito. Io l'ho capito.

Chiudo con due frasi sulle quali abbiamo imbastito la lezione al corso e che ho trovate vere e terapeutiche:

"Se solamente ascoltassimo i nostri ISTINTI, DESIDERI, BISOGNI E PENSIERI, non conosceremmo nient'altro che gioia e salute"

"La vita non ci richiede dei sacrifici impensabili, ci domanda solo di compiere il nostro viaggio con la gioia nel cuore e di essere di incoraggiamento per chi ci circonda"

Entrambe sono del Dott. E. Bach

lunedì 20 ottobre 2008

Protocollo N. 16683

-
"""Facendo seguito al colloquio svoltosi presso la Direzione xxx in data 6-2-2008 ed ai numerosi contatti telefonici intercorsi, si invia in allegato, la seguente documentazione relativa alla S.V. :
1)
2)
3)
"""
Perchè dedicare un post ad una roba delle genere? Perchè la dice lunga - per una faccenda assai irrilevante - di come vada la nostra società. Siamo un numero di Protocollo, una lettera raccomandata, siamo una questione semplice che diventa complicata a causa di persone fredde e incapaci.
Col tempo ho capito che spesso si riesce a lavorare in questi settori proprio quando mancano le qualità e le capacità ma la persona è dodata di una dose di freddezza, cinismo e mancanza di senso critico.
Per fortuna, per fortuna del cielo.. me ne sono tirata fuori e ora... grazie ad un percoso personale volto a capire cosa volessi davvero e con l'aiuto di chi mi è stato vicino e mi ha appoggiata...
Anche se aver contatti con queste procedure mi fa ancora un pò irritare perchè non voglio perdere tempo con le loro pratiche inutili...riesco anche a farci ironia...a vedere quanto sono diversa da chi tollera per tutta la vita certi ruoli...
Se gli esseri umani si fossero impegnati di più a sviluppare le proprie doti personali e sentimenti di umanità, compassione e rispetto forse sarebbero necessari meno numeri di protocollo.
Solo se certe cose le si conoscono da vicino si può capire quanto siano insulse e inutili...se le conosci le eviti, ora mi godo molto di più il risultato di altre scelte ben fatte...e spero di imparare ogni giorno che ciascuna decisione e direzione che prendiamo è solo una parte di un percoso...un viaggio per avvicinarsi sempre di più alla meta giusta, quella che fa parte della nostra indole e del nostro cuore.
.
ps. e se quel numero di Protocollo lo giocassi al Superenalotto? ahahah

domenica 19 ottobre 2008





l'anziano guerriero smise di lottare un giorno e la fatina restò chiusa nelle stanze del suo albergo lontano da lui che non usò più il cavallo per raggiungerla e morì. Quando lo seppe morì anche il guerriero e si racconta che ogni notte sulla tomba della fatina volteggi un uomo dal mantello grande che si sieda là vicino e piange...lo stesso sulla tomba del guerriero la notte si aggira una ragazza dalla candida veste accompagnata da una musica soave che scalda la pietra dove il guerriero riposa. Forse una notte l'uomo dal mantello grande e la ragazza dallle vesti candide si incontreranno e si faranno compagnia.
«Che anche solo due persone, destinate l'una all'altra, vivano assieme in pace, è più raro e difficile di ogni altro raggiungimento etico o intellettuale. Noi non dobbiamo cercare, bensì trovare, non giudicare ma osservare e comprendere, inspirare e irelaborare quanto abbiamo inalato. Dobbiamo sentire che il nostro essere è affine al Tutto e inserito nel Tutto. Soltanto allora avremo relazioni reali con la natura.» (Hermann Hesse)

sabato 18 ottobre 2008

Giornate utili e ragazze stupide...





Bello e strano tornare a scrivere dopo un bel pò di tempo...in realtà non mi sono resa conto che sia passato perchè sono stata molto impegnata in varie cose (troppe e dovrò ridurre).

Oggi è una giornata che meritava esser ricordata perchè ho iniziato un corso che era da tanto tempo che volevo fare...niente di eccezionale ma sarà spero l'inizio per continuare ad imparare delle discipline che mi attraevano da tempo ed ho potuto sperimentare quanto siano diverse nell'applicazione pratica...nei prossimi giorni - se riesco - ne parlerò perchè è stata una esperienza di vita umana e spirituale molto importante e formativa e la stanchezza di stasera è valsa davvero la pena!!!


Il Dott. Eduard Bach ha basato la propria vita sul concetto di semplicità, le cose che sto imparando...praticando e condividendo si basano proprio su questa scelta di vita verso nei stessi ed il resto del mondo.


Semplicità non significa rinuncia o indigenza o povertà nè parsimonia o negazione di sè ma l' aspirazione alla vera "ricchezza"... e necessità di recuperare una vera prosperità in un mondo alle prese con una abbondanza nella quale “affamiamo” lo spirito e impoveriamo la vita.

Penso che anche ogni più piccolo particolare della nostra vita così come della nostra giornata non venga a caso, sono sempre molto attenta ai particolari proprio per questo e non è un caso appunto che Questa giornata sia iniziata presto e con nelle orecchie - durante la strada per raggiungere il corso - questa canzone che non mi vuole uscire di mente... vorrà dire qualcosa?! ahah
Bello e istruttivo anche il video, una parodia di vita un pò al contrario di quella che ho sperimentato oggi e delle persone che come me hanno altri modelli e valori da portare avanti. Stupid girl è più comune di quello che si pensa. Sciocche quelle che non se ne rendono conto e ancor più sciocchi quelli che sono attratti da icone del genere anche solo nel virtuale. Non sanno cosa altro di bello e vero la vita può offrire.


Link Stupid Girl

domenica 5 ottobre 2008





Sembrano fermate


le stagioni nel tuo giardino


ora che non ci sei più...


apro la fontanella ma


non scorre più acqua,




Eppure crescono ancora


alcune piante che hai curato


e mi ricordo che alcune


le abbiamo seminate insieme,


in estate ci sono anche i fiori


ma sono timidi quasi ad aspettare il


tuo ritorno prima di aprirsi al sole.


non ti ho visto andare via ma


ho sentito che mi guardavi da lontano


e sei diventato presenza continua


se ti penso e ti manifesti in tanti modi


per proteggermi.


Non ti ho mai detto che era un mondo


estraneo questo ora sai dove mi trovo


ogni istante e se ti manco puoi vedermi,


io avvertire la tua presenza, anche se mi manca


la tua voce forte che mi chiama dall'orto


per portare in casa le verdure la domenica


mattina, cominicavi a stare male dopo estate


e non ci fu natale per noi quell'anno.


Non ci fu. Aspettai l'anno successivo


ma solo quando sono tornata


dove controllavi i miei giochi di bambina fra le piante


ho capito. Ero così piccola che mi ricordo appena


quando mi mandavi a prender l'acqua e poi


non ce la facevo a sollevarla, mi hai aiutato


in tante piccole infinite cose ma soprattutto


in quella più difficile: sapere che se avevo bisogno


tu c'eri, correvi...mentre io ti ho lasciato


scivolare via...e ora ti sento in quegli angoli


di terra dimenticati, dove mi raggiunge la tua voce


da lontano e la tua anima mi conforta, ancora.




Ti piaceva riempirmi le mani di frutta,


andavi anche a lavarla e volevi che la


mangiassi subito perchè faceva bene,


poi facevamo progetti per le prossime


semine, per come organizzare lo spazio


che restava, ascoltavi la mia opinione


anche se io non ne capivo niente...


ti aspetta la pergoletta di uva fragola


dove la sera dopo l'estate stavamo a parlare


in tre fino a che non scendeva troppo la notte


con la sua umidità e dovevo prendere


le gambe e portami fino a casa


quando sapevo che la mia casa era la tua.


sabato 4 ottobre 2008


Ricordi quandod'invernogiungemmo all'isola?Il mare verso di noi innalzavauna coppa di freddo.Alle pareti i rampicantisussurravano lasciandocadere foglie oscureal nostro passaggio.
Anche tu eri una Piccola fogliache tremava sul mio petto.Il vento della vita ti pose lì.Dapprima non ti vidi; non seppiche camminavi con me,finché le tue radiciperforarono il mio petto,s'unirono ai fili del mio sangue,parlarono per la mia bocca,fiorirono con me.
Così fu inavvertita la tua presenza,foglia o ramo invisibilee il Mio cuore d'improvvisosi Popolò di frutti e di suoni.Abitasti la casache t'attendeva oscura,e allora accendesti le lampade.
Ricordi, amor mio,i nostri primi passi nell'isola?Le pietre grigie ci riconobbero,le raffiche della pioggia,le grida del vento nell'ombra.
Ma il fuoco fuil nostro unico amico,vicino ad esso stringemmocon quattro braccia, nell'inverno,il dolce amore.Il fuoco vide crescere nudo il nostro amorefino a toccare stelle nascoste,e vide nascere e morire il dolorecome una spada spezzatacontro l'amore invincibile.
Ricordi,oh addormentata nella mia ombra,come da te crescevail sonno,dal tuo petto nudo,aperto con le sue cupole gemelle,verso il mare, verso il vento dell'isola,e come io nel tuo sogno navigavolibero, nel mare e nel vento,legato e sommerso tuttaviaall'azzurro volume della tua dolcezza?
O dolce, dolce mia,mutò la primaverai muri dell'isola.Apparve un fiore come una gocciadi sangue color d'arancia,poi i colori scaricaronotutto il loro peso puro.
Il mare riconquistò la sua trasparenza,la notte su nel cielomise in mostra i suoi grappoli,e ormai tutte le cose sussurraronoil nostro nome d'amore; pietra a pietradissero il nostro nome e il nostro bacio.
L'isola di pietra e di muschiorisuonò nel segreto delle sue grottecome nella tua bocca il canto,e il fiore che nascevatra gli interstizi della pietracon la sua sillaba segretadisse mentre passavi il tuo nomedi pianta bruciante,e la scoscesa roccia innalzatacome il muro del mondoriconobbe il mio canto, beneamata,e tutte le cose disseroil tuo amore, il mio amore, amata,perché la terra, il tempo, il mare, l'isola,la vita, la marea,il germe che dischiudele sue labbra nella terra,il fiore divoratore,il movimento della primavera,tutto ci riconosce.
Il nostro amore è natofuori delle pareti,nel vento,nella notte,nella terra,e per questo l'argilla e la corolla,il fango e le radicisanno come ti chiami,e sanno che la mia boccasi unì alla tuaperché nella terra ci seminarono insiemesolo senza che noi lo sapessimo,e che cresciamo insiemee insieme fioriamo,e per questoquando passiamoil tuo nome è nei petalidella rosa che cresce nella pietra,il mio nome è nelle grotte.
Tutti lo sanno,non abbiamo segreti,siamo cresciuti insieme,ma non lo sapevamo.Il mare conosce il nostro amore, le pietredell'altura rocciosasanno che i nostri baci fiorironocon purezza infinita,come una bocca scarlattaalbeggia nei loro interstizi:così conoscono il nostro amore e il bacioche uniscono la tua bocca e la miain un fiore eterno.
Amore mio,la primavera dolce,fiore e mare, ci circondano.Non la scambiamoper il nostro inverno,quando il ventoincominciò a decifrare il tuo nomeche oggi ripete a tutte l'ore,quandole foglie non sapevanoche tu eri una foglia,quandole radicinon sapevano che tu mi cercavinel mio petto.
Amore, amore,la primaveraci offre il cielo,ma la terra oscuraÈ il nostro nome,il nostro amore appartienea tutto il tempo e alla terra.Amandoci, il mio bracciosotto il tuo collo d'arena,aspetteremocome cambiano la terra e il temponell'isola,come cadono le fogliedei rampicanti taciturni,come se ne va l'autunnodalla finestra rotta.
Ma noistiamo attendendoil nostro amico,il nostro amico dagli occhi rossi,il fuoco,quando di nuovo il ventoscuoterà le frontiere dell'isolae disconoscerà il nomedi tutti,l'invernoci cercherà, amor mio,sempre,ci cercherà, perché lo conosciamo,perché non lo temiamo,perché abbiamocon noiil fuocoper sempre.
Abbiamola terra con noi,per sempre,la primavera con noi,per sempre,e quando si staccheràdai rampicantiuna foglia,tu sai amor mioche nome sta scrittosu quella foglia,un nome che è il tuo ed è il mio,i nostri nomi d'amore, un soloessere la frecciache trapassò l'inverno,l'amore invincibile,il fuoco dei giorni,una fogliache mi cadde sul petto,una foglia dell'alberodella vitache fece nido e cantò,che mise radiciche diede fiori e frutti.
Così vedi, amor mio,come vadoper l'isola,Per il mondo,sicuro in mezzo alla primavera,pazzo di luce nel freddo,camminando tranquillo nel fuoco,sollevando il tuo pesodi petali tra le mie braccia,come se mai avessi camminatose non con te, anima mia,come se non sapessi camminarese non con te,come se non sapessi cantarese non quando tu canti.

Pablo Neruda – "Epitalamio"

martedì 23 settembre 2008

favola della fatina cittadina



....................


impegnarsi nelle proprie cose senza farsi prendere dal pessimismo cosmico che potrebbe benissimo impossessarsi di noi a vedere cosa ci accade intorno. se ci si aspetta di trovare fuori di noi...quando usciamo di casa---fra la gente il mondo che vorremmo la nostra vita diventa un inferno...il mondo che vogliamo non possiamo aspettarcelo dagli altri ma lo dobbiamo costruire prima dentro di noi e poi nel nostro piccolo con il mondo che ci attornia...non è chiudersi al mondo per restare nel nostro piccolo mondo egoistico e piccolo ...è contribuire a rendere migliore tutto il resto cominciando da vicino...da noi stessi.

venerdì 12 settembre 2008



la notte mi risucchiò fra le sue tende oscure...


come sempre stasera sono in mondi miei lontani


stiamo a parlare sdraiati su un tappeto
ci sono degli arazzi

si sente musica


se è un tuo desiderio lo voglio sentire


ci addormentiamo là allora...dove ti ho detto

nella stanza degli arazzi...

dove si sente la pioggia
leggera

prima ho aperto la finestra e ho sentito il profumo della piogggia...buonissimo


che mi accarezzi i capelli fino a quando non mi senti dormire



il seno contro il petto

l'addome contro l'addome

tanti desideri...

sentire che mi passi con le mani sulla pelle nuda...


giovedì 11 settembre 2008

A te Amore mio...Non ti pare meraviglioso? Io non ti conoscevo, tu ignoravi la mia esistenza. Pensa: e se le strade della vita sulle quali noi camminiamo non si fossero mai incontrate? Una inezia, un ostacolo qualunque, e noi saremmo rimasti lontani, non ci saremmo conosciuti mai. Sono talmente convinta che era necessario che noi ci incontrassimo. Dovevamo incontrarci, perché qualcuno lassù ci guidava

lunedì 18 agosto 2008

looking for


“Dovete trovare quel che amate. E questo vale sia per il lavoro che per gli affetti. Il lavoro riempirà buona parte della vostra vita e l’unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che ritenete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare ciò che si fa. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Ve lo dico con tutto il cuore. Sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, continuerà a migliorare con il passare degli anni. Perciò continuate a cercare sino a che non l’avrete trovato. Non accontentatevi.”
Steve Jobs

domenica 17 agosto 2008

The last night before leaving

* * *



sabato 16 agosto 2008





Dolce mi bagna acqua di mare
e avvolge pelle calda ancora
di sole e carezza di vento
fa salire brividi mentre
in spiaggia scende silenzio;
si fa tardi.
*


Acqua che sfiora forme
nuove di donna mentre

le corro incontro
senza più averne paura.


Mi immergo ed i capelli diventano viscide alghe
e si incollano a spalle e seni.

*


Nuoto calma e ancora un pò incerta
verso riva
e tu conosci la via più breve
per farmi raggiungere terra.

*



Riemergo e
la marea della sera
si avvicina a me ed arretra,
come amante instancabile e casto;
entri in me come onda lunga
che si riavvolge in sè
da riva al fondo
in schiuma rarefatta.

*


Mi assaggi pelle salata
scura di sole e dorata
da pagliuzze di stelle
dono di sabbie lontane.

Ascolti in me il moto
del mare ed annusi
l'odore che l'estate
generosa mi ha regalato;
poi segui con le dita
fin dove ti portano
gocce di mare che
dai capelli mi scendono sulla schiena.

*


Fermi con le tue
le mie mani schiuse,
mentre ti muovi libero,
come onda che si insinua
spinta dalle lune
tra pertugi di scogli
e mi cerchi la bocca
in volo come gabbiano.


*


E mentre mi cerchi dentro
ti dono il mio sguardo
per farti vedere il mondo
ancora attraverso
il colore dei miei occhi.

*


Non mi hai mai riconosciuta
davvero
ma i gesti non tradiscono
se lo saprai fare;
dopo ti potrai riposare
mentre dietro crolleranno
i castelli costruiti da altri
fasulli...

*


Fà che sia piacere sentire
la sabbia morbida sotto i tuoi passi,

fà che sia piacere l'opportunità di crescere,

che sia piacere insegnare
a nuotare a tua figlia,
e a me vivere....


*


Lascia che io scenda
con carezze di umidi baci
sulla tua anima assetata.

domenica 10 agosto 2008

dentro...respiro.. breath inside






Non sentivo che mi chiamavi...

allora mi prendi le mani.

Correremo fino alla spiaggia


per vedere nel buio luce

di stelle.


L'ultima notte,

prima che io parta

a superare paure.


L'ultima notte prima

che da casa

mi separi il mare.


Mi siedo sotto uno scoglio

ti sento vicino.


Sempre più vicino

il tuo calore mi riscalda

sul collo.


Dici di sentire

il mio odore.

Non ho odore, troppo forte quello del mare

ma tu dici di sentire

odore di pelle sole sudore sale.


Ti sento incedere sulla mia schiena

sposti i capelli, poi ancora più giù.


Guardi la pelle che brilla di stelle

che riempiono il cielo,

pelle un pò più scura di sempre

perchè è notte e mille luci

si infrangono sopra...scivolano

come le tue mani sui

fianchi che non guardi

ma che senti pieni nella loro nuova
forma,

li impasti come si fa col pane

di dita e la labbra in una danza.

Ho paura. Un attimo.

Corro via e mi raggiungi,

mi raggiungi sempre in affanno

per tanta corsa di vita e io sorrido

di queste giornate un pò beffarde

ma intense.


Bevi il mio sorriso,

e ne senti il sapore;

dolce la mia pelle ti accoglie

e ne ricami i centimetri
con precisione.

Ripercorri ogni angolo

dimenticato e cade la luna

dietro ad una nube di notte;

questa notte di mezza estate.


L'ultima notte prima

che cessi l'inganno

perchè vendetta cede

ad amore come la carne cede

alla voglia che si gonfia

nelle vene e sale fino a gridare...

Di piacere.

Interrompe il silenzio

assordante di questo angolo sperduto

e mi sdraio fra riva e scoglio

coperto di mirto odoroso

fino a che

l'acqua non mi trova.

Come te.


Credevo che te ne fossi

andato inghiottito dalla notte

e invece mi sorprendi

con le mani bagnate di nebbia

e vapore e mi stringi

i fianchi fino quasi a farmi male.


Mi chiedi di restare.

Rimango sdraiata senza paura di te,

chiudo gli occhi e anche se mi addormentassi

addormentassi so che ci sei.

Ma sale il piacere in te

come la schiuma con la marea

di notte.

Mi bevi anima e la mia bocca

è la tua unica fonte adesso.

E tu apri...apri...

Mi schiudo a te come corolla

di timido fiore

farà domattina al primo sole...

quando ormai non ci sarò più.


Vieni a prendere respiri

mentre scendi negli angoli

più segreti di me

e danzerai su di me

fino a sciogliere

la tua anima nel mio ventre nascosto

per ogni altro. Sempre.


Entri in me insieme

al mare prima con lo stesso ritmo

lento poi ti muoverai sempre più

veloce per sentirmi la vita dentro. Finchè vorrai.

Dentro.

Dentro fino a morire in me.


E farmi rivivere.


Il tuo grido di piacere che sfida il male
si confonderà

col rumore del mare e col mio.


Ti addormenterai
cinto dalle mie cosce in sogno

dentro...respiro.. breath inside

Reflection

Posto senza rileggere.









Ieri mentre ero in una riunione, benché fosse interessante, mi chiedevo come mai più si va avanti col tempo e più per non essere criticati o messi in disparte si debba omologarsi. Ero in questa riunione e avrei voluto essere all’aperto e libera e anche questo è un dato. E la cosa bella è che lì è un ambiente favoloso con persone disponibili e aperte molto simili al mio modo di fare e pensare. Prima credevo che una volta che fai una scelta poi non puoi più tirarti indietro per il resto della tua vita. Ora invece non vedo le scelte come una costrizione senza possibilità di cambiamento ma come tappe di un percorso; fino a quando non ti trovi a vivere una nuova situazione non puoi sapere in astratto se farà al caso tuo. Solo allora potrai sapere e se non trovi che faccia per te, cambiare, modificare le tue scelte. Non mi spiego perché c’è tanta paura del cambiamento come se quando fai delle scelte ti autocondannassi per sempre.
Ho iniziato con questa riflessione dopo che pochi giorni fa ho incontrato in libreria per caso una persona che non vedevo da diversi anni. Ci siamo conosciute ad un Master che frequentavo a Bologna. Mi ha detto che mi aveva pensato spesso in questi anni, mi ha fatto piacere ma non mi ha fatto altrettanto piacere vedere come si è ridotta questa donna. Io ho stentato a riconoscerla, non ha più gli stessi tratti, il viso come trasformato da una smorfia di odio e sofferenza, la bocca con evidenti operazioni ad entrambe le arcate dentarie tanto che fa ha cambiato anche timbro di voce…e poi il modo di esprimersi, frenetico. Mi ha riempito di domande…una specie di interrogatorio. In passato mi sarei agitata, ora invece ho capito che quella in difficoltà in realtà era lei. Da quello che mi aveva raccontato era passata da un marito all’altro, da un uomo all’altro, ora si ritrova con tre figlie che sono “un peso” parole sue e una vita fittizia. Però è “avvocato” ci ha tenuto a precisarlo. Mi ha chiesto di scambiarci i numeri di cellulare. Gliel’ho dato. In passato gli avrei detto: se ho bisogno ti chiamo. Ora le ho detto: “se hai bisogno chiamami anche per due chiacchiere”. Ho capito che nonostante lei fosse vestita con abiti firmati da capo a piedi e avesse gioielli ed i capelli appena arricciati dal parrucchiere e io fossi appena uscita dal lavoro in jeans e maglietta di cotone a buon mercato e avessi i capelli tirati su dalla matita che uso in ufficio, non baratterei un giorno della mia vita con i suoi. Ma dove sta scritto che se io sono nata in una famiglia borghese di ingegneri o medici o avvocati dovrò fare da grande lo stesso lavoro? Chi ha detto che se nasco e cresco in un ambiente dove prevalgono principi e valori diversi o contrastanti con i miei devo adeguarmi o farmi influenzare oppure oppormi e diventare una disadattata?
Trovatemi un libro, un testo sacro, un manuale, una legge che lo stabilisca!!
Alla base di tutto sta il concetto di “libertà”, fin da piccoli siamo addestrati ad ubbidire. Ma “obbedire” a cosa? Prima ai genitori, poi agli insegnanti, ad un credo religioso, poi al gruppo, poi al lavoro, poi al marito o partner. E la libertà dove la si mette? Il discorso è enorme per la sua complessità e non voglio e non sono in grado di affrontarlo qua. Ma più che ad obbedire si dovrebbe fare riferimento ad altro concetto: al “rispettare”. Rispetto prima di tutto verso noi stessi, verso i familiari, verso gli altri, verso gli altri elementi della creato e che sono parte di noi in una sola grande immensa ciclica avventura. Rispetto ma anche “coerenza” verso ciò che per noi è importante. Nessuno dall’esterno può imporcelo, possiamo farlo solo noi stessi leggendo a fondo nella nostra interiorità.
Quindi bisogna fare attenzione a chi ci vuole manipolare per omologarci ma anche attenzione anche a chi con parole ingannevoli spacciandosi per Maestro o guru vorrebbe portarci a guardare al mondo allo stesso suo modo…spesso per raggiungere altri propri precisi interessi.
Solo se si è coerenti a noi stessi e sicuri di noi e dei nostri valori si possono evitare questi inganni. Nessuno se si è corretti e coerenti potrà mai criticarci, se lo farà è perché non ha capito niente di noi o perché non l’ha voluto capire perché non ne ha avuto il tempo o la possibilità oppure perché non era interessato a farlo. In quel caso voi non potete costringere chicchessia a cambiare l’opinione (buona o cattiva o pessima) che qualcuno si sia fatto su di voi. Potete soltanto non farvi ingannare dalle critiche e provare umana comprensione verso chi non vi ha compreso. Ma convincerlo che si sbaglia no…sarebbe tempo sprecato. Prima di giudicare e sparare giudizi su una persona anche se si pensa di conoscerla bene bisognerebbe davvero “camminare” per diverse lune “nelle sue scarpe”…così magari dopo saremmo in grado di capire. E non dobbiamo nemmeno fermarsi alla prima impressione…Bisogna andare oltre. Avere l’umiltà di comprendere. La pazienza di non dare tutto per scontato, non muovere accuse a delle persone che nemmeno si conoscono quando magari si sta cercando proprio dalla parte sbagliata.
Ieri riflettendo su queste cose ho sorriso e ho respirato a fondo e ho capito che ero contenta di aver superato dei periodi di difficoltà e di non essere entrata a far parte di certi gruppi di persone che poi non mi avrebbero assomigliato nemmeno un po’…avrei perso tempo, salute e dignità.
Eppure non è stato immediato allontanarsene perché allora per me sarebbe stato apparentemente molto più comodo, al liceo ed alla università (che ho fatto scegliere ad altri mentre “il classico” lo scelsi io perché volevo fare all’Univ. “Archeologia” e lo rifarei perché è molto bello) farne parte; era facile trovarsi dentro giri di ad amicizie composte per lo più da gente borghese, tutti professionisti, gente piena di soldi, con in casa il padre che lavorava per 30 ore su 24 e la madre che si occupava della casa o di fare shopping, circoli che contavano (ma per chi poi?) perché ci conoscevi medici, professori, avvocati, imprenditori…Dopo poco tempo capii che molti/e li frequentavano per avere la strada spianata sia all’Università sia poi nel trovare lavoro; ad esempio molti esami se già conoscevi chi ti interrogava era ovvio che avrebbero avuto esito positivo: non ho mai voluto accettare aiuti anche se più volte non solo avrei potuto farlo ma addirittura mi era stato proposto a chiare lettere…e questo senza nemmeno dare in cambio (almeno nell’immediato) chissà cosa. Bastava andare alla cena giusta, alla festa giusta, entrare in amicizia ed il gioco era fatto. Non sono mai scesa a compromessi. Per l’esame di laurea si ripropose la stessa storia. Conoscevo bene una persona che se avesse parlato con prof. Della tesi mi avrebbe fatto dare il massimo senza sforzi. Ho faticato le pene dell’inferno per prendere quella dannata laurea, e anche per la tesi, nessun compromesso, quando me lo proponevano facevo finta di non capire e passavo ad altro. Presi con le mie forze 110 lo stesso. Senza lode. Non ci fu il bacio accademico ma meglio così. Mi bastò la dignità integra. Mi potrebbero dire: e chi ci assicura che stai dicendo la verità? Prendete il mio libretto e vi leggerete un bel 18…nel mezzo di altri voti alti e medi. Il 18 lo presi all’esame del prof. Più ributtante e disonesto che ad altra università era stato cacciato per molestie sessuali. Vi basta? Dopo l’Univ. il panorama non cambiò. Sarei potuta arrivare a fare tante cose con poco sforzo (sempre apparente). Fare facile carriera universitaria…associarmi in un mega studio già ben avviato…sposarmi il principe azzurro di turno che mi avrebbe assicurato vita comoda e nessun pensiero se non cercare me stessa per il resto della vita. Mi direte e come mai ti sei ritrovata in mezzo ad ambienti che disprezzavi e non hai usato nemmeno le possibilità che ti si paravano di fronte?? Perché non te ne eri tenuta a distanza. Presto detto: venivo da una famiglia problematica, non avevamo amici comuni in famiglia. Mio padre aveva i suoi (che io non conoscevo) mia madre idem mio fratello pure. Io passavo la maggior parte della mia vita a scuola ed all’università e lì ho conosciuto queste persone. In realtà non erano persone da disprezzare perché la maggior parte era onesta ma calata in una realtà a me ostile, in cui vieni giudicata per il modo in cui ti vesti e per il tipo di vacanze che fai. Ben presto mi sentii a disagio, in trappola; sentivo che io non avevo niente a che spartire con quella maramaglia e ogni volta (com’è successo l’altro giorno) in cui ne ritrovo qualcuno capisco quanto fossi diversa da loro.
Ad un certo punto grazie ad una strettoia molto importante attraverso la quale sono passata per via di un problema di salute 3 anni e mezzo fa ho cambiato completamente percorso e modo di vedermi.
Non me la sento nemmeno adesso di disprezzare le vite di queste persone, di sicuro non le percepisco tanto felici o sensate, ma troppo spesso quando ho cercato di spiegare loro il percorso che avevo iniziato – sia pure timidamente e con tutte le perplessità – a fare…mi sono scontrata contro la loro “aridità”. Non è cattiveria, è aridità, mancanza di spirito.
E qui è il caso di dire che è comunque troppo comodo parlare a carico delle vite altrui per ipotesi e supposizioni, pontificare... Io che ho sempre pensato di essere troppo teorica e che mi sono sentita dire che vivo solo di parole ho guardato dall’esterno la mia vita con l’aiuto anche di altre persone e mi sono accorta che non è così…che quando si esce da una famiglia con probl…è ovvio che ci si mette di più a partire…fare fatti non è come tanti pensano avere un macchina o sapere (non devo dimostrare niente a nessuno)
Il buddismo (che seguo attraverso letture da un po’ ma che non posso dire di conoscere se non superficialmente) insegna che il destino si crea con pensieri parole e azioni. i pensieri sono più leggeri, le azioni sono quelle che contano di più però ogni azione nasce dal pensiero e siccome siamo uomini il nostro modo per far capire agli altri i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre intenzioni è quello prima di esprimerle e poi di fare…progettare a realizzare oppure fare e realizzare e poi spiegare.
I fatti hanno bisogno delle parole cosi come le parole hanno bisogno dei fatti...un pò come le canzoni...senza musica non sarebbero complete ed il contrario...
Certo senza i fatti le parole non contano....ma anche i fatti se contornati dal solo silenzio hanno poco senso, rendono la vita spoglia, chiusa, vuota. Sono cresciuta in una famiglia in cui mi è stato insegnato a parlare poco di tutto. Di ciò che si prova, dei sentimenti, dei propri propositi, del proprio lavoro, degli amici, delle vacanze…ma anche in questa famiglia mi sono sempre sentita poco accolta, poco capita. Ecco, fin da piccola sono stata addestrata a far poche parole (perché si sarebbe sprecato troppo tempo) e la propensione a pensare al quotidiano, alla concretezza -che poi manda avanti la vita di tutti i giorni - ma la inaridisce terribilmente.
Troppo spesso mi sono trovata di fronte a “fatti” fatti a “fin di bene” senza prima essere stata informata oppure senza averne discusso e vedere che quei “fatti” non erano graditi. Così sono scoppiata e ho avuto bisogno di raccontarmi, di fissare i miei pensieri e di riflettere bene sulle aspirazioni, sui progetti che sono da realizzare. Fu questo modo di fare insensato che mi portò a sbagliare università, era tabù parlarne troppo…mio padre mi bloccava ogni volta. “è inutile parlare…pensarci e ripensarci che poi va a finire che scade il tutto, vai a fare l’iscrizione che è meglio…”. L’ho fatto, non parlai, ma avrei fatto meglio a riflettere, parlare parlare, confrontarmi e scrivere prima per non aver da perdere tempo a rimediare all’errore poi.
Certo ne ho conosciute di persone menzognere, venditori di fumo che parlavano tanto per fare (gioco di parole), questi io li chiamo imbroglioni.
Certo da un bel po’ di tempo sono diventata meno paziente con le parole, e navigare su internet ti riempie di parole, concetti e non ti permette di pensare con la tua testa, noto proprio una differenza enorme tra leggere un libro o una rivista e leggere sul web, sicuramente e meno faticoso ma ne riceviamo delle nozioni filtrate, immediate e nocive per la nostra fantasia, la nostra inventiva e anche la nostra memoria.
Poi ci sono i casi in cui è proprio sbagliato ossia quando lo si fa per parlare bene di noi stessi e male degli altri in una onda narcisistica, senza nemmeno accorgercene oppure se ci auto lodiamo per le belle imprese fatte. Chi fa qualcosa di buono per gli altri non importa che lo dica, anzi non lo deve proprio dire, pena vanificare l’impegno lodevole svolto. E’ successo a me ed ad una caro amico:Luca. Non ci eravamo detti che almeno una volta a settimana sentiamo il bisogno di aiutare le persone svolgendo quella attività (non l’ho mai detto nemmeno in casa né al lavoro) e un mercoledì pomeriggio ci siamo trovati per caso lì senza esserci dati appuntamento. Ci siamo guardati senza parlare né dare spiegazioni tanto ciascuno di noi sapeva il senso di quel tempo speso ad aiutare quelle persone; ma già scrivendolo qua mi stride, perde di senso, si involgarisce, si vanifica. L’opera di chi aiuta gli altri deve essere placida, silenziosa, umile, è un grido silenzioso.
Le parole sono inutili anche se rivolte verso chi è prevenuto verso di noi, perché anche se noi gli parleremo ascolterà solo l’idea che si è fatto di noi e non ciò che gli comunichiamo perciò se leggete quanto ho scritto con dei retaggi sarà meglio che smettiate subito di farlo. Tanto non servirà a niente.
Trovo davvero poche parole – e qui davvero entrano in gioco i fatti, la vita che conduco- per spiegare a chi crede che io abbia una vita fasulla e sprecata nel lusso. A me viene da sorridere davvero. Anche qua potrei dire: “se avessi voluto avrei potuto farla” ma…non mi interessava, anche se – dico la verità cadono le braccia a sentire certe battute e allora un dubbio (ispirato da quale spirito certo non buono) si insinua e mi chiedo se davvero non ho sbagliato a buttare certe “occasioni” di vita comoda e piena di soldi, sprechi e consumismo. I dubbi cadono subito e sorrido di nuovo perché proprio avendo conosciuto come reagisco a trovarmi in certi ambienti e situazioni so che non fanno per me, troppo comodo chi dice che non apprezza una cosa se non l’ha mai provata, è un po’ come nella favola della volpe e l’uva. Non mi sono allontanata da tutto ciò perché non potevo arrivarci, era anzi naturale, più comodo per me ma…non mi interessava e anzi, una parte della mia anima già allora gridava attenzione. Sono ipocriti e perbenisti quelli che criticano certi modi di vivere senza conoscerli, molto più sincero è chi esprime un giudizio dopo che ha potuto toccare con mano. Con questo non voglio dire che è giusto il mio modo di vivere e sbagliato il loro. Se quelle persone si sentono appagate, realizzate, felici io lo sono per loro ma non era quella e non è la mia strada. Se qualcuno mi condanna perché in passato ho frequentato persone che hanno fatto parte di quell’ambiente peggio per lui o per loro perché significa che poco ha capito di me. Si diceva le parole…e i fatti…Incontrare quella mia vecchia conoscenza in libreria è stato molto importante, terapeutico perché mi ha scatenato tutta questa lunghissima serie di riflessioni. Quanto cammino ho fatto da allora…ma anche allora io ero uguale a adesso…certo ho sempre tenuto alla mia pulizia e ordine personale ma non mi sono mai fatta coinvolgere nel loro modo di vestire, fare , parlare…Purtroppo anche solo per curarsi in modo semplice con quello che costano i beni di consumo si spendono tanti soldi. Ma qui signori parliamo di “lusso” e nell’accezione generalizzata le persone di lusso sono capaci di andare in ristoranti da 100€ (vino escluso) a persona, acquistare un capo di abbigliamento firmato a 1300 €.
Il mio lusso negli ultimi anni è stato quello di prendermi più tempo per me, per il resto viaggio quasi sempre in treno, ora anche in bus per spostarmi in città, ho nell’armadio abiti accumulati da quando ho 13 anni, scarpe che se comode porto a far riaggiustare anche 5 volte (è un caso di sandali che avevo l’altro giorno al lavoro), non butto via nemmeno le cartacce delle caramelle, vado dal parrucchiere solo quando devo tagliare i capelli. In passato buttavo soldi in prodotti di bellezza, nell’ultimo anno in pratica non ne ho più acquistati e mi sono convertita al biologico. Ho un pc fisso in campagna acquistato nel 2000 e un portatile nel 2005 e il cellulare che mi sono presa (perché l’altro si è rotto) e il modello più semplice che più semplice non si può. Certo ogni tanto mi piace togliermi delle soddisfazioni: acquistare una vestito carino, fare una vacanza anche se breve con tutte le comodità…ma se non potessi farlo non sarebbe un problema.
Della gente mi prende per pazza ma “lusso” il vero lusso per me sarebbe poter riuscire ad avere una occupazione che mi dà la tranquillità o una rendita che mi permette di occuparmi delle cose che mi piace fare di più nel tempo libero: natura, archelogia, riuscire ad avere un mio orto (in campagna ce l’ho ma è incolto) nel quale fare coltivazioni bio sia per mangiare che per realizzare prodotti….chissà se resterà un sogno (ho già avviato contatti con delle persone che ci credono e sto per auto produrre il mio olio essenziale di lavanda che ho raccolta io direttamente dalla pianta…sto pensando al nome speciale da dare…). Anche solo parlare di questi progetti mi fa stare bene e so che riuscirò – sia pure in minima parte -ad avere delle soddisfazioni. Per dire…oggi vero “lusso” sarebbe fare un bel pick nick all’ombra di un albero vicino al bosco…ho lanciato io l’idea e l’hanno accolta…almeno ho ideato il menù ahah…lo fanno senza di me altri amici qua in campagna ma sono presa dalla partenza di domani e del 18 e ho 100 cose da preparare. Alla fine scoprono anche loro che le cose che mi piacciono fare non sono così da fuori di testa come alle volte mi fanno sentire…rispetto al modo di fare comune…
Parlando di amici e persone che frequento mi sono sentita dire che sono cattive compagnie, persone sporche…mi piacerebbe sapere come si fa a giudicare delle persone senza sapere niente di loro e soprattutto senza sapere che io di “amici” ne ho davvero pochi nel vero senso del termine e ho anche poco pochissimo tempo per frequentarli. Spesso dopo il lavoro ho bisogno di stare da sola perché sono troppo piena di persone già lì e sento l’esigenza di silenzio e solitudine.
Le persone del passato come ho detto non le frequento da anni e quelle pochissime che ho frequentato negli ultimi anni sono persone semplici e non credo proprio si tratti di cattive persone.
Se ci sono dei soggetti che amano intromettersi nella vita delle persone e portare scompiglio sta a noi avere l’intelligenza di tenerli a bada o di “non ti curar di loro ma guarda e passa”. Purtroppo ne ho conosciuti parecchi sia nella vita reale che virtuale. Mi è stata presa e frugata la borsa in ufficio due volte e il mio pc è stato saccheggiato di password e documenti. Ma di cosa ci lamentiamo però? Si mette alla mercè di questa gente la nostra vita e le nostre faccende private scrivendo nei forum da anni per cui non meravigliamoci se qualcuno poco simpatico conosce dei particolari su di noi e li usa in modo improprio.
Oltre che nella vita reale ora ci dobbiamo anche difendere in quella virtuale sì…ci vorrebbe (e lo dico anche a me stessa) maggiore avvedutezza, saper bene scegliere le persone da frequentare e di cui fidarsi sempre con le dovute precauzioni e riserve e io sono diventata negli anni e per vicende che mi sono accadute sempre più selettiva, quasi scostante e faccio molta attenzione anche ai rapporti virtuali dato che sul web si trova proprio di tutto di più. Ad esempio…solo per citare alcuni link ma sarebbero numerosissimi:



http://www.crohn.it/Forum/index.php?topic=1499.20
http://www.crohn.it/Forum/index.php?topic=412.0
http://www.crohn.it/Forum/index.php?topic=1628.40
http://www.crohn.it/Forum/index.php?topic=1660.0
http://www.crohn.it/Forum/index.php?topic=2135.0

Per la maggior parte sono come questo delle persone molto malate (più di testa che di fisico!!!), questo addirittura fa l’informatico di mestiere, si iscrisse al forum (che è molto importante per tutti noi) e creò non pochi guai, addirittura iscrivendosi con un sacco di nick diversi; l’unica leggerezza che ho commesso è stata dargli spago – addirittura delle temerarie si spingono ad incontrarli anche di persona fidandosi (perché magari risultano personaggi simpatici , ironici) - per poi essere seguita in ogni forum che ho frequentato per sbirciare nella mia vita etc etc. etc. Sono persone malate e hanno tutta la mia umana compassione. Di più non posso dire.
Per tornare all’altro giorno io uscivo dal lavoro con la borsa di tela dell’APT che mi hanno regalato per un convegno e la porto come un cimelio, questa vecchia conoscenza che ho incontrato mi guardava con orrore…non ho la macchina e anche se superassi la ma avversione per i motori non prenderei macchine costose e appariscenti ma solo funzionale, non mi riempio la bocca con i miei titoli e specializzazioni (come ha fatto questa persona che ho incontrata). Il lavoro – come per ogni ragazzo giovane della mia età laureato negli anni 2000 – è difficile da trovare e da mantenere, anche qua ho voluto fare con le mie sole forze, senza aiuti esterni. Avrei potuto eccome però ho rifiutato contratti facili per avere maggiore stabilità ma soprattutto per arrivare a fare un lavoro che mi piaceva. Ci ho messo dentro tempo, salute, lacrime e sangue ed alla fine ci sono riuscita. Ancora non realizzo, ancora non ci credo e provo umana compassione per tutti i miei coetanei che sono alle volte davvero disperati per non avere una occupazione oppure per averla ma senza nessuna stabilità e soddisfazione né economica né di altro tipo. Due anni fa mi era stato proposto un contratto che all’epoca sembrava allettante ma a me qualcosa non piaceva, rifiutai, da chi lo seppe fui presa per pazza. L’altro giorno sono stata io a firmare l’atto che chiudeva questo ufficio (nel quale lavorava chi ha accettato al mio posto) collegato alla struttura presso la quale lavoro e non crediate che mi abbia dato soddisfazione. Mi è dispiaciuto tanto per il ragazzo che ci ha lavorato fino ad ora ma i tempi sono quelli che sono e ho capito che una cosa paga sempre: seguire il proprio istinto. A me non è interessato negli anni il guadagno facile. In passato mi occupavo di cose che mi avrebbero portato a guadagnare molto ma solo in termini di soldi e nient’altro. Tanto stress, orari assurdi. Ora invece le materie delle quali mi occupo sono in linea con il mio modo di pensare e vivere. Mi piace mantenere una certa discrezione ed anonimato ma non posso negare che la valorizzazione del centro della città (attraverso manifestazioni di arte, enogastronomia, moda, mostre archeologiche) e l’impegno per lo studio e l’utilizzo di energie alternative, le azioni a favore della pace e della lotta ecologista,la cooperazione con paesi svantaggiati, le azioni per il sociale (in ogni suo aspetto) sono per me ora la base del lavoro e materie che ogni giorno mi danno tanta soddisfazione. E vi assicuro che si fanno poche parole e tante cose, le parole sono giusto quelle necessarie per spiegarsi. Certo in ufficio il tempo che si passa al lavoro è tanto rispetto a quello che vorrei per me ma come ho detto all’inizio questa è solo una tappa di un percorso, molto faticoso perché mesi fa ho perso perché si è trasferita una persona molto importante con la quale lavoravo davvero bene. Un colpo durissimo che anche ora soffro. Non sarà ciò di cui mi occuperò per tutta la vita e non sarà ancora chissà per quanti anni. Solo se sperimenti, conosci, chiedi e sei curiosa poi riesci a capire cosa fa per te; in passato non l’ho fatto ed ho sbagliato. Ho cominciato a farlo da pochi anni ma ora so che è il giusto modo di fare. Non si può avere un sogno solo nella vita perché si rischia di passare il tempo a perseguirlo ed il tempo passa inesorabile, è meglio avvicinarcisi a piccoli ma instancabili passi…magari non si raggiungerà subito e in pieno ma ci possiamo riuscire.
L’altra sera quella mia vecchia conoscenza ha sprecato parole e paroloni per spiegarmi cosa fa nel suo mega studio legale (non leggete invidia nella mie parole, vi assicuro che la compatisco!! J) mentre io non ho detto niente del mio lavoro, l’ho solo invitata ad un incontro che abbiamo organizzato venerdì in occasione dell’apertura dei giochi olimpici a favore della causa tibetana (incontro andato benissimo)…mi ha guardato con orrore perché a lei sembrano cose inutili, non me la sento di criticare né lei né quelli (che sono la maggior parte) come lei. Io me ne sono andata via col viso sereno per una giornata che mi aveva dato soddisfazione, lei con uno sguardo vuoto e disperato che mi ha scavato un po’ dentro.
Per ora non ho abbastanza energia per spiegare a quelli che mi conoscevano anche prima che io non sono la stessa persona, e nello stesso tempo non me la sento di criticarli perché loro credono di vivere nel modo giusto fatto di beni materiali e lusso. Anche sul concetto di “lusso” ci sarebbe da discutere. Siccome ho detto a quest’ “amica” che andrò in vacanza in California ha colto subito la palla al balzo per dire che le sarebbe piaciuto perché è una vacanza cool e cavolate varie. L’ho lasciata parlare e poi le ho detto che l’unico motivo per cui lo faccio è perché in pratica non pagherò il biglietto aereo (perché volo con parente che ha questo bonus) e perché là mi ospitano volentieri e poi vado perché mi è utile per ricominciare con la lingua. Non mi stava nemmeno ad ascoltare…era impegnata a guadare scarpe Prada e ormai con quei particolari per lei squallidi (per me importanti) le stavo rovinando l’idea della mia vacanza che si stava facendo (“poveraccia” dico io!!!).
E qui voglio parlare di un’altra cosa che mi preme precisare: la presunta ipocrisia dei ricchi. Che la maggior parte lo sia non ci piove ma come si fa a dire che una persona è ipocrita solo perché appartiene ad un certo ceto sociale? (perché sparare giudizi affrettati e generalizzanti?)
Partiamo dalla definizione di “ipocrisia”: “È la finzione con la quale una persona simula buoni sentimenti, amichevole disposizione, rettitudine di vita per accattivarsi la considerazione altrui o in vista di un proprio scopo particolare. Essa è più volte stigmatizzata nella Bibbia come frutto della menzogna e dell'orgoglio (Mt 6,2 ss.; 23,5-7). L'ipocrisia ha una valenza profondamente antisociale, in quanto impedisce lo sviluppo di autentici rapporti interpersonali.”
Con stupore ho visto nel corso degli anni che quelli più ipocriti sono proprio coloro che dicevano di non esserlo…della serie “chi si loda si imbroda”.
Mi interessa perché spesso leggo interventi che tendono a “forzare” il significato del termine “ipocrisia”. Dando per corretta la definizione di cui sopra mi chiedo se sia ipocrita una persona che crede e predica la “semplicità” di vita pur essendo “ricca” o comunque non vivendo nell’indigenza.
E’ ipocrita la persona che propone di vivere con semplicita' pur vivendo con semplicita' i beni e le proprietà che possiede senza fare come S.Francesco che abbandonò tutto?
Oppure…è ipocrita la persona che professa vicinanza a coloro che soffrono sia nel corpo che nell’anima anche se al momento attuale la persona non è ammalata ma lo è stata in passato?
Seguendo certi ragionamenti distorti pare che per diffondere l'ideale dell'aiuto degli ultimi “bisogna PER FORZA essere “Poveri” o ammalati”. Riporto due brani presi dalle scritture che spiegano certo meglio di me il concetto (peccato che la Chiesa di Roma li abbia vergognosamente distorti e letti male a suo uso e consumo) anche se non sono né credente nel senso stretto del termine né penso che siano da seguire le scritture senza spirito critico:
Il primo passo e' quello del Giovane Ricco: (Matteo 19,16-22)16 Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, che devo fare di buono per avere la vita eterna?" 17 Gesù gli rispose: "Perché m'interroghi intorno a ciò che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". 18 "Quali?" gli chiese. E Gesù rispose: "Questi: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. 19 Onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso". 20 E il giovane a lui: "Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora?" 21 Gesù gli disse: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi". 22 Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni.”
Il secondo passo e' sempre da Matteo riguardante il tributo a cesare (Mt 22,15-22):
15 Allora i farisei si ritirarono e tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nelle sue parole. 16 E gli mandarono i loro discepoli con gli erodiani a dirgli: "Maestro, noi sappiamo che sei sincero e insegni la via di Dio secondo verità, e non hai riguardi per nessuno, perché non badi all'apparenza delle persone. 17 Dicci dunque: Che te ne pare? È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?"18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, disse: "Perché mi tentate, ipocriti? 19 Mostratemi la moneta del tributo". Ed essi gli porsero un denaro. 20 Ed egli domandò loro: "Di chi è questa effigie e questa iscrizione?". 21 Gli risposero: "Di Cesare". E Gesù disse loro: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio". 22 Ed essi, udito ciò, si stupirono e, lasciatolo, se ne andarono.

Partendo dall’ultimo passo con le sue parole Gesu' li spiazza e dice che non c'e' contrasto tra la vita da cittadino e la vita spirituale. Si puo' pagare l'obolo a Cesare, ma a Dio si deve rendere cio' che gli spetta, lo spirito...la fedelta'. La moneta porta l'immagine di Cesare ed è una cosa, la persona è altra cosa…secondo le scritture l'uomo e' immagine di Dio.
Col primo passo, invece, si vuole significare che il giovane che si accosta a Gesu' gia' e' agli occhi di Gesu' un esempio di chi ha a cuore la propria spiritualita' ed e' alla ricerca di Dio: gia' rispetta la legge dei Padri, ma il giovane chiede ancora di piu'. Gesu' allora gli dice di abbandonare i propri beni. Ma che significa? Significa abbandonare davvero tutto? Allora che rapporto c'e' tra questo passo e quello dell'obolo a Cesare?
Non conoscendo così bene le scritture mi sono agganciata nel ragionamento a questo interessante post di questo blog:
http://74.125.39.104/search?q=cache:yGBFr2uRQB8J:fabioleone.blogspot.co
Condivido e ringrazio per il ragionamento che mi ha aiutata a sciogliere un nodo importante.
A chi mi dice che mi attornio di cattive persone anche nel virtuale potrei dire che io nel virtuale ci sto proprio poco, giusto per carpire informazioni e per farmi consigliare su cose che io non conosco. Non mi confondo mai la vita virtuale con quella reale, so bene la pericolosità di fidarsi e affidarsi a persone di cui non si conosce niente, sono poche le persone con le quali ho avuto scambi più personali. Non ho mai rivelato né il mio vero nome né mio numero (se non in rarissimi casi) se non dopo averle conosciute di persona perché si trova davvero di tutto e non è serio né maturo stabilire contatti con sconosciuti. Per me restano tali per diverso tempo prima che possa fidarmi di loro.
Mi sono ripromessa di fare attenzione a chi parla bene di sé e vuole mettere in dubbio e criticare la vita di altre persone spesso avendo capito poco delle persone medesime di cui parla perché prima di guardare lo sporco e gli sbagli altrui farebbe meglio a notare i propri e correggerli.
Mi ha fatto bene scrivere queste cose che mi porto dietro già da un po’ di giorni ma che non ho avuto il tempo di rimettere insieme perché mi ha permesso di mettere nero su bianco una parte del mio percorso passato ed attuale.
Mi sono accorta che non senza fatica ma sto imparando a riconoscere i bisogni ed i desideri veri da quelli fasulli, alle volte si è guardati in modo strano se, come me, non ci si omologa (e qua riprendo ciclicamente ciò da cui ero partita) se si vuole condurre e lo si fa, una vita tranquilla.
Anni fa non ero una persona affatto felice, non sapevo in che direzione mandare la mia vita ed ero del tutto disorientata. Ora sono molto più tranquilla perché la prima cosa che voglio è “semplicità”, nella vita di tutti i giorni ma anche nel lavoro, voglio migliorare nelle piccole cose di tutti i giorni, senza pensare di dover cambiare gli altri e il mondo ma semplicemente cercando di superare le mie incapacità, le mie paure…mentre scrivo sarei la persona più felice se fossi sdraiata con un bel libro all’ombra di un albero col sole che mi scalda la schiena…ma va bene anche se per ora non posso prendere sole…
Voglio immaginare in ogni cosa che faccio come se avessi in mano un contenitore con tantissimi semi: provi a spargerne alcuni ma non puoi curarti anche di rendere fertile il terreno…tu devi essere felice anche solo se nascerà una pianta di tutti i semi che hai lasciato.