mercoledì 30 aprile 2008

"Alone "

.



Ho letto "solitudine"
sulle pagine di un libro,
negli occhi di un padre
che chiede di essere perdonato.

Nelle pighe del volto di una madre
troppo anziana per essere solo "madre".

Ho letto "solitudine" sulle carte
della scrivania di un ufficio
ormai chiuso.

Fra i resti intatti
di un paese abbandonato.

Ho sentito solitudine
nella voce di un'amica
che ti ha tradito.

Ho sentito solitudine
per i corridoi bianchi
laddove si aspetta anche per ore
che si apra una porta...
che venga chiamato il tuo nome.

Ho lasciato solitudini
in stanze affollate di persone
e delle loro risate.

HO dipinto la solitudine
del mare, solo e immutabile
col passare delle stagioni.

Ho colto la solitudine
come un frutto maturo
e dov'è finita ho ascoltato
il fruscio dei rami nuovi ed
ho incontrato uomini autentici
e dio.

Vero, infinito, impetuoso, solido, passionale, denso.
Eterno.

martedì 29 aprile 2008

lunedì 28 aprile 2008

body's springs

Di nuovi colori aveva bisogno - una pausa per disinfiltrare le ossa - e poi nuovi suoni - nuovi movimenti per sentire che puoi avere uno spazio - percepirlo strusciare sotto le lenzuola carico di sonno - Corpo - appena rinnovato con nuove materie si scioglierà in attesa di fioriture di primavera troppo tarda nel suo venire. Mai troppo tardi per salvarsi. Dovrai ascoltarlo perchè non si ribelli ed assecondare anche qualche defaillances. Poi potrai volare. Fisicità di cui sempre ti vergogni. Accarezzi piano ogni centimetro di pelle e scopri nuove rotondità. Come una sana farfalla colorata. Potrai volare. Sogna.

giovedì 24 aprile 2008

Piccoli frammenti di cielo...



Trovare pioggia

sull'asfalto polveroso

per trasformarlo in specchio e attraversarlo per arrivare

oltre.


Lasciami pioggia una finestra,


solo una finestra libera

per guardare lo spazio


e le stelle.

Lì puoi sperare nella continuità

perchè ogni goccia è stata mare

ed ha avuto la pazienza di tornare

fino al cielo.

Ho assaggiato il sapore melodioso

della pioggia confuso fra

lacrime e sudore.

Ho odorato il rumore delle pietre

fradice di millenni e lì sono seduta

per aspettare il beltempo.

Ho succhiato con la pioggia

frammenti di cielo e il loro sapore

scava dentro come

nella roccia...fino in fondo

alle parti più nascoste.


Pioggia taciturna che trascini

i miei canti con te e fai nascere

una limpida corrente di ruscello.


Come ventre che accoglie e nasconde -

umido di vita fra le mani


aperte per accoglierla


e farla scivolare -


sulle spalle scoperte...fino ai polsi


legati per pregare


il demone della pioggia.

martedì 22 aprile 2008

Sonni...





Dormirò qui stanotte...nel silenzio della foresta e nel richiamo dei lupi lontani...si sta spengendo il fuoco piccolo lì all'angolo...mi addormenterò sulle mie preghiere che domattina mi svegli nuova.
Rinascerò ma questa volta
senza errori.

Rain's kiss


lunedì 21 aprile 2008

Della stessa sostanza dei sogni...(Parte II)



Se era una giornata di sole

mi piaceva sentire la pelle nuda a contatto con

il muschio abbondante e scaldata dal calore dell'aria

di già primavera.

Correvamo fino giù al laghetto e

si catturavano i girini pensando

che diventassero pesci.

Annusavo l'odore della terra al dis-gelo...delle bacche fiorite

e mi inventavo nomi per chiamare il mio mondo diverso
da quello reale...ma qual era quello vero?!
Chi lo stabiliva?

Non mi guardavo mai allo specchio

ma nell'acqua sì e mi rendevo conto

che con l'inverno ero cresciuta.

Mi piaceva togliere i vestiti

e nasconderli dietro la pietra alla cascata insieme alle scarpe

ed alla bicicletta e poi il cuore batteva forte per il timore

di non trovarli più.

Mi sono accorta di essere diventata

"donna" proprio

quando gli amici di giochi

ad un certo punto

mi lasciavano da sola a inventarne di nuovi e

allora mi piaceva intrecciare arbusti, alghe e fiori...

Con la bella stagione quando iniziava a piovere mi fermavo...

mi sdraiavo e aprivo le gambe per sentire

il battere dell'acqua lieve sulla pelle

bianca delle cosce e poi ancora

più su fino al ventre ed oltre...

poi aspettavo l'asciugare del sole. Ero libera.

domenica 20 aprile 2008

Sul filo dell'acqua...

........


...oltrepassare la notte fino a giungere all'altra riva ed era - senza che se accorgessero -già l'alba.

sabato 19 aprile 2008

giovedì 17 aprile 2008

17 aprile 2008

Ho aspettato la pioggia

per potermi nascondere

nella notte

per poter spengere

le luci...

Appoggiare al riparo tiepido

la stanchezza,

decidere ad un certo punto

che puoi chiudere gli occhi,

restare senza immagini

ed il respiro tutt'uno

col battere della pioggia.

Esistere con quel rumore.

Farne parte.

mercoledì 16 aprile 2008

Prospettive...







"Nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo..."(Dalai Lama)


lunedì 14 aprile 2008

Della stessa sostanza dei sogni...(Parte I)




Stavamo anche tutto il pomeriggio della domenica

a calpestare foglie ed erba...dimenticandoci delle scarpe...

L'importante era allontanarsi

da casa...fare le prove di coraggio ma soprattutto

non pensare al giorno dopo...la cartella da preparare...

i compiti da fare, le calze di lana colorate anche quando la stagione

cominciava a farsi bella...

Riponevo gli abiti sotto la nuca per farne un cuscino

e mi sentivo la libertà

fra i capelli, sul viso, nello sbattere delle ciglia...

spalancavo le braccia per catturare

il vento ed il respiro degli alberi.

e qualcosa mi è rimasto dentro da allora...

un senso di appartenenza a quei luoghi, ai giochi di luce fra i rami

che scoprivano gli angoli delle mie nudità nascoste

fra rumori soffusi e sospiri

di esseri che solo io conoscevo...

ecco anche adesso chiudo gli occhi e sono là...sempre...

domenica 13 aprile 2008

giovedì 10 aprile 2008

Last snow



Fermo nell'aria si sente l'odore...l'attesa e la sorpresa
...e la casa sembra ancora più caldo rifugio. Il sordo silenzio sospeso.
Il desiderio di trattenerla, contenerla.
L'ultima neve.


mercoledì 9 aprile 2008

Pause...


Alle volte basta poco per recuperare il senso del tempo in giornate interminabili..

Un respiro più profondo...chiudere gli occhi ed immaginare un colore oppure un paesaggio che hai nascosto nel cuore...


Ritrovare un piccolo oggetto di poco valore ma che hai sempre in borsa con te...e che avevi smarrito...

Un senso di stanze di casa che ti porti dentro quando ti confondi con altre non appartenenze.

Comincia a piovere e cerchi riparo. Un colore...un odore...una tazza di caffè rigorosamente d'orzo per interrompere pomeriggi altrove dal tuo animo che resta là e reclama attenzione...cure...e sai che è solo dovere e che tu sarai altro da quello che si aspettano.

Non li illudi...temporeggi.

E' solo un rimandare.

(Lucy) 9 Aprile 2008

"Conosco le leggi del mondo e te ne farò dono" (Z)

martedì 8 aprile 2008

The space in the forest



C'erano delle giornate come queste che non era più nè inverno e nemmeno primavera...in cui tutto sembra sospeso e fermo ma c'era attesa di vita, di nuove cose da apprendere e sperimentare...allora prendevamo i libri e la merenda chiusa dentro la carta da cucina colorata e ci incamminavamo verso il bosco, contando le ore ancora di luce.
Mi perdevo nell'immensità del cielo fra le fronde e nei particolari...camminavo scalza sulle foglie per sentirne il rumore...apprezzavo la morbidezza del muschio sulla pelle e leccavo la corteccia degli alberi per sentire se oltre al profumo avesse un sapore...salivo sui rami più alti per fare le prove di coraggio senza paura...


Ansimavo fino alla fine della salita che portava alla grande quercia...una comoda sedia che la natura aveva riservato a noi ed alla nostra stanchezza. Un luogo sicuro. Il più sicuro al mondo.
Lì andavamo nei boschi per giocare a perdere la strada di casa...della confusione... e per ritrovare noi stessi. Lì c'era tutto quello di cui avevamo bisogno. Senza saperlo.

"Andai nei boschi
perchè volevo vivere con saggezza e in profondità e
succhiare tutto il midollo della vita,
sbaragliare tutto ciò che non era vita e
non scoprire in punto di morte che
non ero vissuto...(Frost)"

mercoledì 2 aprile 2008

Principessa sirenetta ed il principe marinaio



Viveva in un paese lontano molto tempo fa una principessina dolce e gentile. La fanciulla era molto amata dal suo popolo ma quando raggiunse l'età per affiancare il padre nella guida del regno questi era rimasto vedovo e, per buono che fosse, volle accanto a sè una donna tanto vecchia quanto malvagia. Questa per non lasciare il regno alla principessa riuscì, durante una gita con la corte in un bosco del regno, a fare un sortilegio sulla ragazza...

La fanciulla mentre si bagnava in un ruscello fu trasformata in sirena e...portata dalla corrente giunse sino al mare. Il re pianse la figlia come morta e la malvagia matrigna restò l'unica sovrana assillando il popolo con leggi vessatorie ed ingiuste tanto che per molto tempo tutti piansero la scomparsa della principessa.

Ormai la sua vita era il mare e nelle profondità degli abissi la fanciulla ormai si stava dimenticando, a causa del sortilegio, tutta la sua vita precendente...il regno....la famiglia...e si abituò a vivere da sirenetta come se fosse sempre stata quella la sua natura. Alle volte però soprattutto nella stagione più calda si spingeva fino alle rive del mare in spiaggette isolate e lì ritornava qualche ricordo di quella che era stata la sua vita ed un velo di tristezza oscurava i suoi occhi grandi e bellissimi.

Una notte mentre stava riposando negli abissi insieme ad altri abitanti del mare che la trattavano con amorevole rispetto...dei rumori interruppero il suo sonno. La sirenetta si trovò accanto una sagoma ed ebbe talmente paura che sbalzò a distanza. Poco dopo si fece coraggio e si avvicinò...sul fondo del mare giaceva privo di sensi un giovane vestito da marinaio.

Subito la sirenetta chiese aiuto agli altri abitanti...nel loro linguaggio silenzioso e preciso si accordarono per trasportare velocemente fino alla riva il giovane. E così in men che non si dica riuscirono a portarlo fuori dall'acqua e lo salvarono da una morte sicura ed atroce.

La fanciulla restò con lui finchè non lo vide respirare di nuovo tranquillo...lo aiutò a riprendersi...con tutta spontaneità gli teneva la testa con le mani...e lui con le sue attenzioni si riprese velocemente. Quando si risvegliò completamente...ebbe paura ma appena vide il volto dolce e sorridente della fanciulla si rassicurò. Parlarono come se si conoscessero già da tempo. Lei cercò di rammentare se alla corte del padre fosse mai passato quel giovane...sì perchè quando usciva dall'acqua la malìa arretrava e la memoria tornava ma...il sacrilegio non gli permetteva di respirare più di tanto fuori dal mare...sempre una sirena restava. Quando il marinaio si accorse che la fanciulla aveva mezzo corpo di pesce non ne abbe paura...ma fu preso da una tristezza così grande che non avrebbe mai voluto salutarla per ridarla al suo mare...e tornare alla sua nave o a quello che della nave restava dopo il naufragio...(segue)