Sono tornati i venti dal nord e hanno portato musiche
antiche e sulle note si è adagiata la neve silenziosa a ricordare
il profumo dei boschi sparso fra le pieghe del tempo…
Si insinua la luce dell’inverno fredda e sfiora le mura della casa
Vicino al bosco…cerca le finestre per passare attraverso
le tende a muovere angoli che raccolgono vite disarticolate
in fogli informi sparsi fra scatole di polvere.
Parlerà ai silenzi ricamati su trame di ghiaccio
E sparirà dissolta dal tepore
Si poserà stanotte la neve e sarà una coltre
Come mantello di fata che si dispiega attraverso
tutto il bosco…come vorrei perdermi lassù dove
da troppo tempo non mi mostro agli animali
che aspettano compagnia di umano che parli con loro
senza paura.
Se mi perderò nella foresta fitta stanotte saprai dove
mi nascondo con la mia veste colorata che aspetta primavere.
Cadrò in un sonno lungo ore e mesi e stagioni e conoscerò
Solo il richiamo di strumenti arcaici e echi di battaglie e
amori eterni. L’uno perso nell’altro. Senza sapere dove iniziasse
e finisse l’abbraccio nel calore della carne viva.
Le loro anime si fecero estasi nel buio della notte e trovarono
un varco nell’eterno esteso tra di loro.
Si sveleranno alla loro memoria tutte le meraviglie possedute,
radicate nella tua vita come albero secolare.
antiche e sulle note si è adagiata la neve silenziosa a ricordare
il profumo dei boschi sparso fra le pieghe del tempo…
Si insinua la luce dell’inverno fredda e sfiora le mura della casa
Vicino al bosco…cerca le finestre per passare attraverso
le tende a muovere angoli che raccolgono vite disarticolate
in fogli informi sparsi fra scatole di polvere.
Parlerà ai silenzi ricamati su trame di ghiaccio
E sparirà dissolta dal tepore
Si poserà stanotte la neve e sarà una coltre
Come mantello di fata che si dispiega attraverso
tutto il bosco…come vorrei perdermi lassù dove
da troppo tempo non mi mostro agli animali
che aspettano compagnia di umano che parli con loro
senza paura.
Se mi perderò nella foresta fitta stanotte saprai dove
mi nascondo con la mia veste colorata che aspetta primavere.
Cadrò in un sonno lungo ore e mesi e stagioni e conoscerò
Solo il richiamo di strumenti arcaici e echi di battaglie e
amori eterni. L’uno perso nell’altro. Senza sapere dove iniziasse
e finisse l’abbraccio nel calore della carne viva.
Le loro anime si fecero estasi nel buio della notte e trovarono
un varco nell’eterno esteso tra di loro.
Si sveleranno alla loro memoria tutte le meraviglie possedute,
radicate nella tua vita come albero secolare.
Al banchetto nel castello quella sera mi aspettavi impaziente, sapevi che non sarei voluta arrivare, troppi
invitati non li gradivo e te lo avevo detto. Mi preparai con cura aiutata dalla mia fedele ancella. Indossai anche l’anello splendido con le sue pietre verdi sulla mano che pochi giorni prima avevi stretto a te furtivamente…senza che io la distogliessi…era fredda la tua mano.., fredda e tremavi. Un abito cosi poco vistoso per non farmi notare da te. Uscii dalle mie stanze furtiva…quasi in punta di piedi per non farmi sentire nemmeno dalle ombre nel corridoio illuminato dalle torce e dai camini vicino alla lunga scalinata che portava al salone.
E in cuore avevo una preghiera: che non mi riconoscessi nemmeno o che ti trovassi in compagnia di altra signora gentile e dalle vesti più appariscenti della mia; così me ne sarei tornata presto nella mia stanza e la notte mi avrebbe confortata. Cominciai a sentire la musica che si avvicinava e la confusione del convivio.
Non eri in compagnia…ti sei voltato e sei venuto subito verso di me. Gli altri intorno sono scomparsi. Mi hai avvolto nel mistero delle tue parole, delle tue rivelazioni oltre il tempo; ho cercato di sottrarmi a te. Ho volto lo sguardo agli altri cavalieri. Ma la notte ci ha colto impreparati. Il fuoco dopo poco cominciò ad esaurire forza e molti lasciarono castello…All’improvviso ho visto una luce nei tuoi occhi, poi mi hai stretto la mano con l’anello quasi fino a farmi male. “seguimi” mi hai detto. Ci inghiottì la notte. Coi suoi segreti.
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