venerdì 30 gennaio 2009

Mecenate

Avrei potuto godere di vantaggi e benefici, belle stanze e reverenze. “Potere”…cortesie e soldi. Avrei potuto appoggiando chi ti ha voltato le spalle fare carriera, avere la strada spianata. Mi è stata offerta, prima addirittura che te ne andassi. Ho sorriso ad ogni proposta, ho ringraziato e me ne sono guardata bene. Ho lasciato la mia scrivania. Mi hanno umiliata tante volte, accatastando le tue cose e le mie in una stanza buia e con i topi. Volevano buttare via tutto. Ho rischiato quella mattina. Mi sono messa contro chi comanda, chi ha voluto il potere che avevi tu senza averne le capacità. Mi sono opposta. Non ho fatto buttare via niente. Lavoravo le mie ore (anche 12 al giorno) e poi mi trattenevo a rimettere in ordine le cose dell’ufficio che hanno accatastato in malo modo. Mi ricordo quella mattina di sgomento in cui mi hanno chiamata e lasciata in mezzo ai pacchi…mentre piangevo senza farmi vedere perché mi hanno quasi lanciato le cose addosso senza grazia…perché eri da poco andavo via…quasi a voler cancellare tutto della tua presenza…delle tue opere…non avevo nemmeno la forza di spostarne mezza di quelle scatolone…Piano piano le ho sistemate…erano tante…alcune sono ancora da riordinare. Alcune me le sono portate nella mia nuova stanza. Piccola e buia ma confortevole anche se di passaggio. Non importa. Non sono le stanze e gli arredi. Sono le persone. HO abbassato la testa tante volte in quest’anno e questo mi ha rafforzata (spero) mi ha fatto sentire orgogliosa di te, orgogliosa di me e di tenere duro e di esser stata alcuni mesi a lavorarti accanto. Quante volte siamo stati nella stessa stanza per ore senza parlarci perché stavamo lavorando ad altre cose… eppure sapevamo che c’era tanto rispetto e umanità. Ti fidavi di me per tutto e sono fiera (FIERA!!!) di non averti mai tradito, di non aver tradito la tua fiducia. Certo non ho fatto l’ipocrita e ho sempre riconosciuto le tue manchevolezze da essere umano (le fisse, la testardaggine, etc..) ma ciò non mi ha impedito di restare fedele a ciò che hai rappresentato per me in un momento in cui tutti mi chiudevano le porte in faccia.
Ogni volta che passo davanti alle stanze, torna tutto ad allora…un sottile dolore…fra gola e cuore…
Il tempo è galantuomo si dice e infatti chi ti avrebbe voluto distrutto ora si rende conto di cosa significhi non avere più la tua opera. Un anno…quasi un anno…ed è cambiato tutto. In peggio. Cominciano a rendersi conto. E io a testa bassa. Col sorriso che si illumina quando mi chiedono di te.
Passando per le scale del palazzo…ho chiesto un segno…uno dei miei. SI dice che il palazzo sia abitato dai fantasmi della famiglia nobile che lo ha costruito ed abitato per tanti anni qualche secolo fa. “Un segno per favore”…ho chiesto. MI hanno detto che spesso ha dato manifestazione della sua presenza un certo conte Filippo B.B. (fantasma del palazzo…spirito indomito e bravo musicista che morì in giovane età). Mi sono concentrata l’altro giorno mentre venivo via…e (sarà stato un caso…) mentre scendevo le scale si è aperta la finestra più grande del salone… come se tirasse un forte vento…mi sono venuti i brividi…ho pensato a Filippo…e mi ha rassicurato. Mi sembrava che dicesse che giustizia sarà fatta. Intanto un brutto personaggio che si è comportato in modo assai vile pare che esca di scena. E si spera per sempre. Ecco mi sono sfogata. Era un anno che cercavo un segno. Spero che ne giungano altri. Come quando ho sentito la musica di pianoforte senza che nessuno suonasse. Palazzi antichi che hanno visto nascere e morire tante persone. Duelli, tradimenti, matrimoni…giuramenti…hanno racchiuso sospiri di piacere e urla di dolore…Feste in maschera e funerali…al grande camino di pietra dicono che sia stato ucciso un uomo e che alle volte nella notte ancora si sentano i lamenti…vite che si sono intrecciate e sono volate via…per poi ricongiungersi…per poi trovare la strada del ritorno…








Al mio mecenate. All'uomo che stimo fra i migliori al mondo. A chi mi sapeva capire anche con uno sguardo. All'unica persona al mondo che non mi ha mai ferita. Nemmeno una volta.


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